giovedì 27 agosto 2009

Martinelli: I giornali del re

Dopo il tour in macchina in giro per l’Italia mi sono fermato a San Remo per qualche giorno, dove al mattino do una passata ai principali giornali che gli italiani comprano. Ogni giorno ne leggo di cotte e di crude. Ci vorrebbero 4 o 5 post quotidiani per sburgiardare le volgari cortigianerie che trovano spazio in prima pagina. Soprattutto su Libero e il Giornale. Gli editoriali dei neodirettori “la vendetta” Vittorio Feltri e Maurizio Belpietro sono tributi di pornografia mascherata di saggistica. E’ davvero un pugno allo stomaco leggere Feltri che si definisce “libero giornalista senza condizionamenti e non cortigiano di Berlusconi“. Salvo poi mandare alle rotative a caratteri cubitali che “Berlusconi è censurato in Rai“ e altre fesserie peggiori.

Anche Maurizio Belpietro se ne inventa una al giorno pur di rinvigorire le vendite dell’house organ di Sforza Italia. Non solo la saga sul presunto tesoretto estero degli Agnelli. Recentemente ha bollato gli investimenti in opere pubbliche pianificate dal governo Prodi per il 150esimo anniversario dell’unità d’Italia “sprechi“, comprendendo la pista ciclabile del ponente ligure. Una delle poche opere utili alla sicurezza stradale realizzate finora in Liguria, che ha riqualificato una ferrovia dismessa dove fino a pochi anni fa regnavano incuria, degrado e discariche a cielo aperto.
Belpietro evidentemente quella pista ciclabile non l’ha mai vista. Ci venga a fare una pedalata! e mentre ammira il mar Ligure pensi a un editoriale da prima pagina su Libero in cui trattare i soldi che il suo editore presidente del Consiglio ha regalato alla mafia di Catania e a quella palermitana di Lombardo. Col beneplacito della Lega corrotta. Quelli sì che sono soldi sprecati! Un po’ come i 6 milioni e mezzo annui che ”Libero” incassa dal fondo dell’editoria per essere voce di un movimento inesistente come il partito monarchico. Fondi di cui Belpietro beneficia con lauto ingaggio e codazzo di stipendio.

Io su quella pista ciclabile del ponente ligure ci ho fatto un giro. Ne ho apprezzato la bellezza e l’utilità, sia per i turisti che per gli abitanti. Soldi spesi molto meglio che regalarli alla mafia siciliana amica di Berlusconi, Scapagnini e Dell’Utri. Perciò invito Maurizio Belpietro a fanculo.

Daniele Martinelli

lunedì 24 agosto 2009

I militari trasformati in veline

Prato. Mattina di metà agosto. Stazione centrale sommersa di passeggeri in attesa di rientrare o andare in vacanza. Percezione cromatica eccezionale scandita da dialetti tanto diversi quanto, nella loro melodia, bellissimi. In fondo la cittadina toscana è il crocevia di chi si vuole recare in Versilia o scegliere mete come Bologna o Milano. Cosa risaputa da tutti. Tranne, sembra, dal Governo in carica. Quando si arriva la prima cosa che si nota in mezzo ai binari sono due ragazzoni nerboruti vestiti di tutto punto, nonostante un´afa bestiale, con il pantalone della divisa ben dentro gli anfibi. "Drop armata" si chiama in gergo. Eccoli sono proprio loro, i prodi soldati dell´esercito italiano mandati a presidiare i luoghi "caldi" delle nostre città. Pensare che una stazione ferroviaria toscana alle 10 di mattina sia un luogo "a rischio" lascia perplessi, ma cosi è. Nulla di strano se si pensa che Prato, dopo sessanta anni di giunte "rosse", è passata al centro destra e quindi l´amministrazione attuale applica le politiche che il governo impone, o consiglia. I due militari, muniti di un manganello lungo mezza gamba e di una “beretta” portata con nessuna grazia al fianco, sono accompagnati da una poliziotta cinta in abiti cosi succinti da far mancare l´aria solo al guardarla. Il che fa sorgere una domanda spontanea: ma perché in Italia anche le poliziotte devono essere vestite da veline? La cosa che stona è vedere su chi si posa l´attenzione dei tre rappresentanti dell´ordine pubblico: asiatici, magrebini, uomini e donne dell´est europeo. In una parola "stranieri", basta che siano stranieri. Non importa che tu sia giallo, nero, bianchissimo, basta che tu non abbia l´accento italiano ed ecco che parte il controllo. Se non sai parlare l´italiano perdi anche il treno, come accaduto ad un turista asiatico che, contravvenendo alle precise disposizioni leghiste d´imparare il dialetto della zona che si va a visitare, ha avuto l´ardire di arrivare in Italia senza conoscere l´Italiano. Sicuramente non sbaglierà una seconda volta. I tempi cambiano, una volta bastava avere i capelli lunghi e qualche orecchino per avere le attenzione degli agenti indipendentemente a quale ceppo di provenienza appartenevi, ora basta essere "Forestiero", magari anche nella patria che hai scelto come seconda casa. I capelloni se ne facciano una ragione, sono fuori moda per il Governo. Ora porta più voti il gioco "rimbalza il clandestino". Ma nella terra di "Papi" non tutti gli stranieri sono uguali. Basta notare lo sguardo fisso dei militari in un punto particolare aldilà dei binari. Seduto a terra appoggiato ad un palo c´è un ragazzo: barba, orecchini, legge Repubblica. I due continuano a guardarlo insistentemente, si scambiano battute. Sorge il dubbio: chiederanno i documenti anche ad un Italiano? Ad un tratto una mossa inequivocabile della mano lascia cadere ogni speranza. Nello stesso cono visivo del giovane barbuto vi è una ragazza con una scollatura generosa valorizzata da un tatuaggio tribale, i tratti dell´est europeo, gli sguardi dei tutori in uniforme sono meno cattivi rispetto a quelli lanciati al cingalese di cui stanno controllando i permessi (regolari). La considerazione finale è che in Italia essere "bona" se non ti porta a Villa Certosa almeno ti salva anche dai controlli della Polizia. I treni nel loro via vai portano via gli avventori, immobili restano solo i tre militari. Immobili come il nostro paese. Da Prato, Toscana, zona "calda" per il governo italiano sembra sia partito anche l´ultimo treno... quello della decenza.

fonte: http://www.articolo21.info/5722/editoriale/da-prato-parte-il-treno-del-razzismo.html

giovedì 13 agosto 2009

Rai News : interviste sullo stato delle ATO e di ARRA

Vedetevi il video: molto interessante
http://www.rainews24.it/it/canale-tv.php?id=15596


Penso che il presidente di Arra e di tutte le ATO dovrebbero farsi un esame di coscienza e cambiare immediatamente lavoro... cercare soluzioni per l'emergenza rifiuti sicilia riguardo le discariche ( siamo da 10 anni in emergenza ) è vergognoso... perchè la soluzione è già a portata di mano, o forse dovrei dire a portata di porta: RACCOLTA DIFFERENZIATA PORTA A PORTA!

Qui però casca l'asino: dove sono finiti i soldi raccolti dalle varie società che dovrebbero finire nelle tasce dei netturbini? Giustiziaaaaaa??!?!? DOVE SEIIII!?!??!
ABBIAMO DEI LADRI! oh.. vero... l'hanno ammazzata mesi fà con Alfano...

Perchè vogliono costruire 4 inceneritori? Perchè è interesse delle grandi società guadagnare dalla costruzione di un inceneritore.. ( ho già scritto un articolo su questa cosa ) 1 inceneritore costa ben 100 milioni di Euro... ed è lo stato, la regione sicilia, per essere precisi noi con le nostre tasse a pagare... quindi tutto di guadagnato per le grandi società cementificatrici.
Vi ricordo che l'inceneritore più grande d'italia, che si trova a Brescia, non produce energia sufficiente per sostentarsi quindi non possiamo dire che l'inceneritore fà guadagnare ai cittadini... ma è solo una enorme costruzione mangia-denaro pubblico e distruggi preziosissime risorse. Ci sono numerosi esempi mondiali di RIFIUTI ZERO ne riporto 2: San Francisco...... e CAPANNORI, in Italia.

La raccolta differenziata eviterebbe spreco di denaro, ma anzi farebbe diventare il rifiuto una risorsa... e permetterebbe a numerosissimi siciliani di avere un lavoro per tutta la vita.
Ma si sa... la politica ha perso la sua concretezza e questo non può che farmi dire... MA CHE MERAVIGLIAAAAAAAA!

Copio un interessante articolo di Beppe Grillo
http://www.beppegrillo.it/2009/05/terza_stella_rifiuti_zero_-_matteo_incerti/index.html