giovedì 21 gennaio 2010

E il piano per risolvere l'emergenza rifiuti?

La Rete Rifiuti Zero Sicilia, costituita da associazioni e comitati Rifiuti Zero, dopo il termine dei lavori della Commissione di esperti nominati dalla Regione per redigere il nuovo Piano dei rifiuti, dichiara che da indiscrezioni giornalistiche traspare un quadro incompleto del documento. Dal testo, non ancora noto, trapelano elementi positivi, come la raccolta differenziata spinta porta a porta in tutta la Sicilia, l'adozione di strategie di prevenzione, la realizzazione di sistemi di trattamento pre-discarica ossia impianti di trattamento a freddo con ulteriore recupero di materia, con la conseguente drastica contrazione del quantitativo totale di rifiuto da smaltire e la logica esclusione dei quattro mega inceneritori presenti nel Piano Cuffaro. Di tutto questo aspettiamo fiduciosi di vederne la realizzazione concreta. Gli annunci e le buone intenzioni non bastano. L'obiettivo previsto del 65 per cento di raccolta differenziata è raggiungibile e non rappresenta un miraggio come viene dichiarato da certa stampa. Esempi incoraggianti in Sicilia lo dimostrano, come nelle province di Trapani e di Catania. L'inizio di un percorso virtuoso è attuabile in tutta la Sicilia se da subito i Comuni e gli Ato di riferimento seguiranno l'unica strada che dà risposte in tempi brevi ad una gestione sostenibile dei rifiuti. La Rete Rifiuti Zero Sicilia dichiara apprezzamento per le dichiarazioni del Presidente della Regione Raffaele Lombardo sulla priorità di legge della raccolta differenziata per il riuso e il riciclo, sulla tutela della legalità e della salute dei cittadini, e chiede che sia reso pubblico al più presto il documento elaborato dalla Commissione di esperti facendo riferimento alla Convezione di Aarhus sull'accesso ai cittadini alle informazioni e alla giustizia in materia ambientale e sulla possibilità di partecipare ai processi decisionali.
Rete Rifiuti Zero Sicilia

giovedì 14 gennaio 2010

Il Nucleare in CHIESA

Ah... che bellezza... un articolo da far accapponare la pelle...

Ad agrigento un settimanale per i credenti agrigentini mostra 40 pagine ( URCA! Quanto avrà preso la diocesi agrigentina per questo?) di pubblicità che riguarda il nucleare: quanto è pulito... quanto è bello... quanto è utile...

Leggetevi l'articolo va...LINK

giovedì 7 gennaio 2010

GREENPEACE DENUNCIA CONTAMINAZIONE DA URANIO NEL NIGER: AREVA AMMETTE I SUOI ERRORI!

ROMA, 5 gennaio 2010 - AREVA, la compagnia nucleare francese che dovrebbe avviare la “rinascita nucleare” in Italia, ha ammesso oggi di aver contaminato in modo inaccettabile il villaggio di Akokan nel Niger. Questo villaggio, infatti, sorge presso due miniere di uranio che sono gestite da affiliate di AREVA.

Già dal 2003 erano emersi indizi di contaminazione ad Akokan e nel 2007 si sono riscontrati livelli di radioattività fino a cento volte oltre il livello di fondo. Nel 2008 AREVA aveva affermato di aver bonificato la zona, sotto il controllo delle autorità locali. Lo scorso novembre 2009 una spedizione di Greenpeace - con la collaborazione del laboratorio francese CRIIRAD e della rete di associazioni locali ROTAB - ha visitato sia le miniere (sotto la sorveglianza delle autorità locali) sia i villaggi vicini.

“Ad Akokan sono stati rilevati livelli di contaminazione fino a cinquecento volte oltre il livello di fondo, anche negli stessi punti che AREVA sosteneva di aver bonificato” denuncia Alessandro Giannì, direttore delle Campagne di Greenpeace. “Ovviamente, non possiamo fidarci di AREVA, né nel Niger né in Italia: quali garanzie possono dare con questo approccio fantasioso alla sicurezza nucleare?”.

La contaminazione per le strade di Akokan, e presumibilmente in altre zone del circondario, è causata dalla folle idea di AREVA di “riciclare” gli scarti delle miniere di uranio per la costruzione delle strade: un modo comodo e poco costoso per smaltire scorie radioattive. Ai livelli di radioattività rilevati da Greenpeace basta stare fermi un’ora al giorno in queste strade per assorbire il massimo della dose annua ammessa dalla Commissione Internazionale per la Radioprotezione (International Commission on Radiological Protection, ICRP).

Adesso AREVA ha ricominciato a pulire i siti indicati da Greenpeace ma ovviamente l’affidabilità dei padroni del nucleare francese è ai minimi storici: quelle strade erano state già bonificate due anni fa, e con tanto di conferma del Niger Department of Mines (Ministero delle Miniere del Niger).

“Solo una valutazione dello stato dell’ambiente della zona colpita che sia estesa, trasparente ed indipendente potrà mettere al sicuro le popolazioni del Niger dalla radioattività. E solo la chiusura del capitolo ‘nucleare’ potrà metterci tutti al sicuro dalla follia di chi continua a fare soldi sulla nostra pelle” conclude Giannì.

Il rapporto di Greenpeace “Uranium mines in Niger, radioactivity in the streets of Akokan”:
http://www.greenpeace.org/raw/content/international/press/reports/briefing-radioactivity-in-ak.pdf

Contatti:
Ufficio stampa Greenpeace, 06.68136061 int 211
Alessandro Giannì, direttore delle Campagne, 3408009534
Maria Carla Giugliano, ufficio stampa, 3496066159