martedì 30 giugno 2009

Ladri di biciclette... e di auto



Se vi hanno rubato la macchina: la prima cosa da fare quando non si trova la macchina è stare calmi e chiamare il numero verde del vostro amico di fiducia... non sto parlando dei carabinieri, povere anime in pena, senza benzina e carta per fare fotocopie, o magari il poliziotto a cui siete tanto affezionati... non gli pagano gli straordinari... non più... per la nostra sicurezza anche loro non hanno più benzina nelle auto... basta chiamare il numero che risponde alle vostre esigenze... chiamare il delinquente pluricondannato... e chiedergli gentilmente dove si trova la vostra auto.
Questi vi risponderà, che il potere di ritrovare la vostra macchina esiste... ed essendo il secondo stato più potente e quello che funziona meglio... bisogna pagare una piccola tassa... e ritrovata la macchina sarà un gioco da ragazzi!

La meraviglia di uno stato nello stato.
Non vi preoccupate... pensiato a TUTTO noi... questo sarà lo slogan della mafia... voi dovrete preoccuparvi di rifornire il mafioso locale... i carabinieri? quelli servono per altre cose... come per esempio passeggiare nelle vie principali per chiedere i documenti in giro ai vecchietti...
I politici? quelli non sono amici vostri... quelli sono amici degli amici... e se volete parlare con loro... se volete parlare con i vostri amici in poltrona... basta fare l'altro numero... quello del mafioso di fiducia e questi vi dirà... non c'è problema... lo chiamiamo noi... basta pagare una piccola tassa per questo.

Mafia... di tutto di più....

Per fare una donazione "spontanea" basta contattare il vostro amico del pizzo di fiducia... e dirgli che volete assolutamente pagare per avere "protezione".

venerdì 19 giugno 2009

Riducono in schiavitù le popolazioni indigene per fare la carne...

International, 16 giugno 2009 - L’International Finance Corporation,
> l’istituzione del Gruppo Banca Mondiale a sostegno degli investimenti
> privati nei Paesi in Via di Sviluppo, ha cancellato il prestito di 90
> milioni di dollari che era stato concesso al gigante della carne e della
> pelle brasiliana: Bertin. La decisione del IFC arriva due settimane dopo il
> lancio dell’inchiesta di Greenpeace “Amazzonia che macello!” nel quale
> l’organizzazione rivela che, dietro il finanziamento del settore
> dell’allevamento bovino da parte del IFC e del Presidente Lula attraverso la
> banca governativa per lo sviluppo economico (BNDES), hanno fatto sì che
> questo settore diventasse la più importante causa della deforestazione
> dell’ultimo polmone del nostro Pianeta e una pericolosa fonte di emissioni
> di gas serra a livello globale.
>
> Il prestito che IFC aveva concesso a Bertin è, infatti, stato utilizzato per
> espandere le attività di allevamento di Bertin nella regione amazzonica
> causando deforestazione illegale e accelerando il cambiamento climatico.
>
> “Che la Banca Mondiale abbia cancellato il prestito è senz’altro una buona
> notizia – commenta Chiara Campione, responsabile della campagna Foreste di
> Greenpeace Italia – ma è scandaloso che dei prestiti per cifre così
> importanti siano stati concessi per foraggiare le attività di un’azienda che
> si è macchiata di gravissimi crimini ambientali. Finanziando Bertin la IFC
> si è resa corresponsabile della distruzione dell’Amazzonia: un rifugio per
> la biodiversità e una delle più importanti armi al mondo per combattere il
> cambiamento climatico”.
>
> Gli ultimi 30 milioni di dollari del finanziamento non saranno quindi più
> erogati a Bertin, il quale, secondo quanto dichiarato da IFC dovrà
> restituire anche i 60 milioni che ha già ricevuto in tempi molto più brevi
> di quelli stabiliti all’erogazione del prestito. Greenpeace ritiene che
> anche la banca governativa BNDES debba immediatamente tagliare i
> finanziamenti a Bertin e a tutte quelle aziende del settore zootecnico che
> stanno deforestando l’Amazzonia e distruggendo il clima del Pianeta.
>
> La giustizia brasiliana, in seguito alla pubblicazione dell’inchiesta di
> Greenpeace, apre un'indagine su Bertin e si appresta a richiedere
> all’azienda e agli allevamenti illegali che deforestano l’Amazzonia e
> riducono in condizione di schiavitù i lavoratori e le popolazioni indigene,
> un indennizzo milionario per danni ambientali e le principali catene di
> supermercati in Brasile, come Wal Mart, Pao de Azucar e Carrefour,
> cancellano i propri contratti con Bertin in seguito ad una azione civile del
> Ministerio Publico Federal che ha imposto multe di circa 200 euro per ogni
> chilo di carne proveniente dalla distruzione dell’Amazzonia commercializzata
> nel Paese.
>
> In Italia, i clienti di Bertin per la carne come Kraft Foods Italia e per la
> pelle come le concerie Rino Mastrotto, Gruppo Mastrotto e i produttori di
> divani Chateau d’Ax, continuano a tacere ritenendo di non dover prendere
> posizione rispetto ai loro rapporti commerciali con aziende colpevoli di
> crimini gravissimi come la deforestazione, il lavoro in condizione di
> schiavitù e il cambiamento climatico.
>
> Greenpeace Deforestazione Zero: www.deforestazionezero.it

martedì 16 giugno 2009

La giustizia è morta

DDL INTERCETTAZIONI, MARIA CORDOVA:«Abbiamo arrestato ottanta pedofili. Ora sarà impossibile»






Inchiesta "FIORI NEL FANGO"Duecento bambini violentati, scambiati, costretti a partecipare a festini a luci rosse. Ottanta arresti e altrettante condanne, fino a vent’anni di carcere.

ROMA — Duecento bambini violentati, scambiati, costretti a partecipare a festini a luci rosse. Ottanta arresti e altrettante condanne, fino a vent’anni di carcere. L’inchiesta «Fiori nel fango» è quella che Maria Cordova ricorda per prima quando si tocca il tema delle microspie. Perché di una cosa l’ex procuratore aggiunto è certa: «Senza le intercettazioni, quei risultati non li avremmo mai ottenuti».

Quanto tempo sono durati gli «ascolti»?
«Almeno sei mesi. A poco a poco è emersa una catena, con pedofili che venivano a Roma anche da altre regioni».

I 60 giorni previsti adesso non sarebbero bastati?
«Assolutamente no, perché le conversazioni telefoniche non sono mai chiare. Ci possono essere quattro, cinque intercettazioni che non sono univoche. Poi, a un certo punto, arriva quella che dà un senso anche alle precedenti».

Com’è cominciata l’inchiesta «Fiori nel fango»?
«Con dei controlli nei campi nomadi: la polizia aveva notato dei bambini che venivano portati via in macchina di sera.Poi si è scoperto che maneggiavano un po’ di soldi e che dai loro cellulari risultavano parecchie telefonate ad adulti. Erano tutti maschi sui dieci anni».

Non c’è mai stato il rischio di violare la privacy?
«No, abbiamo controllato solo le persone che apparivano collegate alle nostre ipotesi di reato, pedofilia e induzione alla prostituzione minorile» .

Questo è successo in quell’inchiesta. E in generale?
«È sempre così».

Pensa che ora si dovrà tornare a metodi investigativi più «tradizionali»?
«E quali? Sono in magistratura dal ’67 e le intercettazioni ci sono sempre state. Per di più allora venivano disposte dal pm, senza l’autorizzazione di un giudice».

Oggi però sembra che siano cresciute a dismisura.
«Vent’anni fa c’era la pedofilia? Era così diffusa la corruzione? Molti reati esistevano, ma erano sommersi.Cosa si contesta ai magistrati, di essere troppo efficienti?».

Lavinia Di Gianvito
CORRIERE DELLA SERA 12 giugno 2009

dal sito della Polizia di Stato (link)

"Fiori nel fango": oltre 200 bambini in un giro di pedofilia
"Piccoli fiori" questo il nome in codice dei minori che venivano adescati, violentati e a volte anche filmati durante gli abusi. Più di 200 bambini, tra gli 8 i 16 anni, sono stati salvati da un giro di pedofilia e di sfruttamento scoperto dalla Polizia nel corso dell'operazione "fiori nel fango", condotta dalla 4^ sezione della squadra mobile romana. Nella maggior parte dei casi i bambini violentati erano piccoli rom appartenenti al campo nomadi di Tor Fiscale a Roma ma ci sono anche bambini italiani. Venivano adescati al campo nomadi, ai semafori o nelle piazze con pochi soldi o anche con un semplice panino. I pedofili preferivano vittime tra i 10 e i 12 anni, dopo questa età infatti venivano ritenuti già grandi.

Tra gli arrestati anche l'allenatore di una scuola calcioLa rete dei pedofili, con base a Roma e diramazioni in altre città italiane, era composta da uomini, tra i 40 e i 60 anni, senza lavoro fisso e con precedenti penali ma anche da persone "insospettabili". Tra questi un dipendente di banca, un agente di viaggi e un funzionario di una televisione privata e l'allenatore di una scuola calcio. Quest'ultimo, 38 anni, aveva installato delle telecamere negli spogliati per riprendere i minori mentre si spogliavano. Nell'abitazione dell'uomo sono stati inoltre sequestrati numerosi filmati di abusi sessuali da lui commessi su bimbi che sembra però non appartenessero alla scuola. Gli arrestati sono finora 18 di cui 12 italiani e 6 rumeni con imputazioni che vanno dalla violenza sessuale in danno di minori, allo sfruttamento della prostituzione minorile, all'estorsione aggravata.



Un anno di indaginiDurate più di un anno le indagini che hanno portato al blitz di oggi sono state condotte dalla 4^ sezione della squadra mobile di Roma, diretta da Dania Manti, con la collaborazione dei tecnici della Scientifica. Gli agenti hanno effettuato pedinamenti utilizzando anche apparecchiature per la sorveglianza: il campo nomadi è stato monitorato a lungo con una telecamera nascosta che ha filmato tutti i movimenti sospetti. Numerose le intercettazioni telefoniche che hanno portato all'individuazione di 36 persone, ora indagate, e al sequestro di duecento videocassette nelle quali erano riprese le violenze sui bambini. Dalle indagini è emersa un'allarmante realtà di degrado morale ed economico....
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giovedì 11 giugno 2009

Greenpeace su debito Enel e nucleare

Elen... ma che combini?

Sonia Alfano eletta al Parlamento Europeo ringrazia la Rete

interessantissima notizia... Sonia Alfano e Luigi de Magistris sono stati eletti al parlamento europeo grazie alla rete...

Sono sicuro che queste persone sapranno combattere e convincere gli altri in europa quanto la mafia è pericolosa...


Interessante l'articolo che Sonia Alfano ci mostra su un invervista al condannato, attiratore di minorenni Silvio Berlusconi.

venerdì 5 giugno 2009

Resistere per essere orgogliosi

Grande Sonia!

Roberto Maroni è un pregiudicato... ah.. ottimo!!!

Programmi?... che programmi quali sono? dove stanno? Io non li vedo... non se ne parla in TV. E questo è male... molto male!