sabato 31 maggio 2008

Nucleare



Incidenti nelle centrali nucleari

Dicembre 1952: semidistruzione del nocciolo del reattore (Chalk River, Canada).
Novembre 1955: fusione parziale del nocciolo (Arco, USA).

Settembre 1957: esplosione di un bidone di rifiuti radioattivi che contamina migliaia di Km2 di terreno e circa 270.000 persone (Celjabinsk, Russia).

15 chili di plutonio prendono fuoco (Rocky Flats, USA).

Ottobre 1957: incendio del reattore e fuga radioattiva (Windscale, Regno Unito).

1958: incidente provoca la contaminazione di 12 persone (Oak Ridge, USA).

Maggio 1958: incendio del reattore e fuga radioattiva (Chalk River, Canada).

Luglio 1959: fusione parziale del nocciolo (Los Angeles, USA).

Gennaio 1960: errore tecnico che fa quasi perdere il controllo del reattore (Savannah River, USA).

Aprile 1960: fusione di elementi del combustibile nucleare causa l’emissione di radioattività (Waltz Mills, USA).

Gennaio 1961: esplosione, tre persone uccise. Il grado di contaminazione dei corpi dei deceduti risultò così alto che le teste e le mani furono tagliate e sepolte in un deposito di scorie radioattive. L’impianto è stato definitivamente chiuso (Arco, USA).

1964: guasto al sistema di spegnimento di emergenza del reattore (Garigliano, Italia).

Incidente che provoca un morto (Wood River, USA).

Luglio 1964: incidente critico con una soluzione di uranio, Un morto (Rhodes Island, USA).

Gennaio 1965: 6,5 kg di fanghi radioattivi rilasciati (Savannah River, USA).

Maggio 1965: rilascio di otto metri cubi di acqua di raffreddamento (Savannah River, USA).

Maggio 1966: incidente (Melekesse, URSS).

Ottobre 1966: fusione parziale del nocciolo (Detroit, Michigan).

Surriscaldamento e mancato arresto automatico perché il relativo dispositivo non funziona. Il reattore riprende la sua attività soltanto nel 1970, e nel 1972 viene fermato definitivamente (Lagoona Beach, Usa).

1967: rilascio nelle acque del Po di Trizio radioattivo (Trino Vercellese, Italia).

Maggio 1967: parziale fusione del nocciolo, il reattore viene chiuso per 2 anni (Chapelcross, Regno Unito).

Novembre 1967: fuga radioattiva nell’acqua di raffreddamento e liberazione di gas radioattivi nell’aria (Grenoble, Francia).

1968: incidente provoca l’arresto per tre mesi del reattore (Monts Arreé, Francia).

Gennaio 1968: incidente blocca il reattore per 2 anni e 2 mesi (Chooz, Belgio).

Agosto 1968: blocco della centrale. La riparazione dura 3 anni (Brenillis, Spagna).

Ottobre 1968: perdita (La Hague, Francia).

1969: sette arresti alla centrale per guasti (Garigliano, Italia).

Fessurazioni molteplici delle turbine provocano la chiusura del reattore per 3 anni (Gundremmingen, Germania).

Gennaio 1969: dopo 7 ore di funzionamento si ha surriscaldamento con rottura di guaine ed infiltrazione di acqua contaminata nel sotterraneo. La grotta contenente la centrale viene murata definitivamente (Lucens, Svizzera).

Febbraio 1969: arresto alla centrale per mancanza di alimentazione alla strumentazione (Latina, Italia).

Marzo 1969: altro grosso guasto (Latina, Italia).

Maggio 1969: un malfunzionamento di una valvola causa la fuga di circa 500 litri di acqua pesante (Stoccolma, Svezia).

Incendio provoca fuga radioattiva (Rocky Flats, USA).

Ottobre 1969: incendio di elementi combustibili nucleari (St. Laurent des Eaux, Francia).

1970: incidente (Chooz, Belgio).

L’impianto perde 200.000 litri di acqua contaminata (Chicago, Usa).

1971: rottura di un tubo per il convoglia-mento di acqua radioattiva (Den Haag, Olanda).

1972: fuoriescono dieci metri cubi di liquidi radioattivi (Saclay, Francia).

Due lavoratori muoiono per l’esplosione dei tubi di un sistema di sicurezza nell’impianto (Surry, USA).

Marzo 1972: fuoriuscita acqua radioattiva (Indian Point, USA).

1973: 35 addetti agli impianti sono intossicati (7 in modo molto grave). Nubi di gas radioattivo si diffondono nella campagna (Den Haag, Olanda).

Aprile 1973: fuoriuscita di migliaia di metri cubi di scorie radioattive (Hanford, USA).

Settembre 1973: fuga di radioattività. 40 lavoratori sono contaminati (Sellafield, Regno Unito).

Fuga di gas radioattivo. 35 lavoratori sono contaminati di cui 7 gravemente (La Hague, Francia).

Novembre 1973: diciassettesima fuga di liquidi radioattivi (Hanford, Usa).

1974: fuga di gas da un condotto che genera una nube radioattiva (Savannah Mirex, USA).

Gennaio 1974: incidente (Leningrado, Russia).

Febbraio 1974: esplosione e fuga radioattiva. Tre persone morte (Leningrado, Russia).

Maggio 1974: perdita (Hanford, USA).

Si spacca un recipiente contenente plutonio. Non si sa altro (Casaccia, Italia).

Agosto 1974: incidente (Beznau, Svizzera).

Settembre 1974: rilascio di acqua radioattiva (Los Alamos, USA).

Gennaio 1975: emissione di radioattività (Mihama, Giappone).

Marzo 1975: incendio (Browns Ferry, USA).

Ottobre 1975: fine della catena d’incidenti iniziata nel gennaio 1974 (Leningrado, Russia).

Novembre 1975: fuga radioattiva pari a 1,5 milioni di Curie (Leningrado, Russia).

Gennaio 1976: due operai uccisi da un incidente (Bohunice, Slovacchia).

Febbraio 1976: incidente (Bohunice, Slovacchia).

Febbraio 1977: (Jaslovské, Cecoslovacchia).

Marzo 1977: terremoto (Kozloduy, Bulgaria).

Ottobre 1977: Infiltrazioni di acqua di mare nel circuito di raffreddamento (Hunterston, Regno Unito).

Gennaio 1978: liberato elio radioattivo (Colorado, USA).

Giugno 1978: rilascio di due tonnellate di vapore radioattivo (Brunsbuettel, Germania).

Dicembre 1978: incendio e perdita di controllo del reattore, 8 lavoratori irradiati (Beloyarsk, Russia).

Marzo 1979: parziale fusione del nocciolo (Three Mile Island, USA).

Aprile 1979: due operai contaminati (Tokaimura, Giappone).

Incendio (Baersbeck, Svezia).

Maggio 1979: difetto tecnico innesca arresto di emergenza (Oyster Creek, USA).

Agosto 1979: fuga radioattiva, oltre mille persone contaminate (Erwin, USA).

Settembre 1980: guasto in una pompa causa rilascio accidentale di acqua radioattiva (La Hague, Francia).

Gennaio 1981: incidente (La Hague, Francia).

Marzo 1981: più di 100 lavoratori vengono esposti a dosi superiori ai 155 millirem durante riparazioni della centrale (Tsuruga, Giappone).

Luglio 1981: incendio (North Anna, USA).

Ottobre 1981: rilascio di 300 volte il livello normale di Iodio-131 (Sellafield, Regno Unito).

Gennaio 1982: (Rochester, USA).

Rotture al generatore di vapore (Ginna, USA).

Febbraio 1982: rilascio di 100 metri cubici di acqua radioattiva (Salem, USA).

Febbraio 1983: guasto al sistema di arresto automatico (Salem, USA).

Aprile 1983: incidente (Turkey Point, USA).

Arresto del reattore dovuto a guasto delle barre di combustibile (Kursk, Russia).

Giugno 1983: perdita totale del liquido refrigerante (Embalse, Argentina).

Luglio 1983: guasto tecnico causa rilascio di Iodio-131 (Phillipsburg, Germania).

Agosto 1983: un ingegnere riceve una dose fatale di radiazioni in un reattore di ricerca (Argentina).

Settembre 1983: un errore di un operatore causa una fuga radioattiva che causa la morte dell’operatore e la contaminazione di altri 17 con dosi tra 0,35 e 0,01 Gray (Buenos Aires, Argentina).

Ottobre 1983: cedimento tecnico ed incidente umano causano incidente (Blayas, Francia).

Novembre 1983: scarico di rifiuti altamente radioattivi direttamente in mare (Sellafield, Regno Unito).

Febbraio 1984: incidente (Kozloduy, Bulgaria).

Marzo 1984: sistema di raffreddamento di emergenza fuoriuso (San Onofere, USA).

Aprile 1984: guasto tecnico causa il versamento di acqua radioattiva (Sequoyah, USA).

Maggio 1984: sovraccarico di potenza non controllato (Bohunice, Slovacchia).

Ottobre 1984: arresto di emergenza (Paks, Ungheria).

Dicembre 1984: incendio (Kalinin, Russia).

Marzo 1985: guasto al sistema di raffreddamento (Grohnde, Germania).

Giugno 1985: disfunzione nel sistema di raffreddamento (Davis Blesse, USA).

Un’esplosione e la successiva perdita di vapore uccidono 14 operai (Balakovo, Russia).

Agosto 1985: incendio in un barile di rifiuti radioattivi (Karlsruhe, Germania).

Incendio (Fukushima, Giappone).

Ottobre 1985: rilascio accidentale di radioattività nel mare (Hinkley Point, Regno Unito).

Febbraio 1986: rilascio di 13 tonnellate di anidride carbonica radioattiva (Transfynydd, Regno Unito).

“Allarme ambra” – indica un’emergenza nella costruzione e una minaccia al resto dell’impianto. In un’altra occasione tre operai vengono contaminati (Sellafield, Regno Unito).

Aprile 1986: l’incidente nucleare più grave di cui si abbia notizia. Un surriscaldamento provocò la fusione del nucleo del reattore e la dispersione di una nube radioattiva di 12.000.000 di TBq (Chernobyl, Ucraina).

Maggio 1986: rilascio di radioattività. Alterazioni nel livello delle radiazioni sono misurate a due chilometri dalla centrale (Hamm-Uentrop, Germania).

Sabotate linee di alta tensione collegate alla centrale (Palo Verde, USA).

Giugno 1986: dodici persone sono “leggermente” contaminate dal plutonio (Tokaimura, Giappone).

Agosto 1986: allagamento (Cattenom, Francia).

Dicembre 1986: esplosione che provoca 4 vittime (Surry, USA).

Gennaio 1987: incidente durante un trasporto di materiale nucleare (Regno Unito).

Marzo 1987: incendio e rilascio di radioattività in un centro di ricerca nucleare (Australia).

Dicembre 1987: pesante incidente (Hessen, Germania).

Scarico di acqua di raffreddamento al di fuori del reattore (Biblis, Germania). È stato seguito da diversi altri incidenti di modesta entità, l’ultimo dei quali è avvenuto nel novembre del 2004.

Rilascio accidentale di 50 tonnellate di acqua (Atucha, Argentina).

Febbraio 1988: accresciuto livello di radioattività (Bohunice, Slovacchia).

Aprile 1988: rilascio di 5.000 Curie di trizio (Bruyere le Chatel, Francia).

Giugno 1988: guasto tecnico (Zorita, Spagna).

Agosto 1988: (Atucha, Argentina).

Settembre 1988: incendio (Perry, USA).

Incendio (Ignalina, Lituania).

Guasto tecnico (Stade, Germania).

Dicembre 1988: quattro delle otto installazioni di emergenza scoperte fuoriuso (Brokdorf, Germania).

Due barre di regolazione inceppate (Blayais, Francia).

Arresto del reattore dovuto a guasto nell’apparecchiatura di controllo (Pilgrim, USA).

Gennaio 1989: contaminati otto lavoratori (Savannah River, USA).

Marzo 1989: guasto tecnico (Pickering, Canada).

Aprile 1989: guasto alla barra di regolazione (Gravelines, Francia).

Maggio 1989: incendio al sistema di pompaggio (Bohunice, Slovacchia).

Incendio causa la combustione spontanea di plutonio (Rocky Flats, USA).

Giugno 1989: danni causati da combustibile esaurito (Kruemmel, Germania).

Incendio all’impianto elettrico delle pompe di raffreddamento (Bohunice, Slovacchia).

Luglio 1989: incidente durante il rifornimento del combustibile nucleare (Isar, Germania).

Agosto 1989: avaria nella strumentazione (Grand Gulf, USA).

Guasto tecnico (Ignalina, Lituania).

Settembre 1989: guasto alla barra di regolazione (Olkiluoto, Finlandia).

Ottobre 1989: (Tarragona, Spagna).

Guasto nel sistema di raffreddamento del nocciolo (Dresdan, USA).

Novembre 1989: (Greifswald, Germania).

Avaria nel sistema di controllo delle barre di combustibile (Oconee, USA).

Ottobre 1989: incendio danneggia il reattore (Tarragona, Spagna).

Novembre 1989: incendio nella turbina (Kozloduy, Bulgaria).

Guasto tecnico che quasi causa la fusione del nocciolo (Greifswald, Germania).

Gennaio 1990: guasti alle apparecchiature (Dresden, USA).

Guasto ad una pompa durante l’arresto della centrale (Gravelines, Francia).

Febbraio 1990: otto impiegati contaminati (Point Lepreau, Canada).

Aprile 1990: inondazione di un edificio dovuto all’aumento del livello del (Bohunice, Slovacchia).

Maggio 1990: durante il rifornimento di combustibile nucleare, cinque metri cubici di acqua radioattiva rovesciati (Fessenheim, Francia).

Agosto 1990: incendio dei cavi causa la perdita di controllo della posizione delle barre di regolazione (Chernobyl, Ucraina).

Settembre 1990: problemi al sistema di controllo e a quello di protezione del rifornimento del carburante (Bohunice, Slovacchia).

Guasto nel sistema di raffreddamento (Palisades, USA).

Reattore chiuso per guasti tecnici (Superphenix, Francia).

Novembre 1990: guasto in un’apparecchiatura di raffreddamento del nocciolo (Doel, Belgio).

Dicembre 1990: due operai irradiati durante il cambio delle barre di combustibile (Blayais, Francia).

Elementi del sistema di controllo scoperti danneggiati (Novovoronezh, Russia).

Fuga radioattiva (Leningrado, Russia).

Febbraio 1991: rilascio di radioattività (Fukui, Giappone).

Rottura di un tubo del generatore di vapore causa emissione di radioattività (Mihama, Giappone).

Marzo 1991: incidente durante il rifornimento di combustibile nucleare (Wuergassen, Germania).

Giugno 1991: guasto nel sistema di raffreddamento del nucleo (Belleville, Francia).

Riduzione di potenza (Pickering, Canada).

Luglio 1991: difetto nel sistema di raffreddamento (Wurgassen, Russia).

Fuga radioattiva (Bilibino, Russia).

Arresto del reattore dovuto a rottura nel sistema di controllo (Sendai, Giappone).

Perdita di vapore causa l’arresto del reattore (Paks, Ungheria).

Agosto 1991: ritardo nell’inserimento delle otto barre di controllo del sistema di arresto di emergenza (Millstone Point, USA).

Arresto automatico dovuto a problemi tecnici (Sendai, Giappone).

Settembre 1991: incidente e perdita di vapore durante il rifornimento di combustibile nucleare (Barsebeck, Svezia).

Perdita (Kozloduy, Bulgaria).

Ottobre 1991: guasto nel sistema d’arresto durante il cambio delle barre di combustibile (Novovoronezh, Russia).

Incidente durante il cambio delle barre di combustibile (Vogtle, USA).

Guasto tecnico (Yugno-Ukrainskaya, Ucraina).

Guasto tecnico (Zaporozhe, Ucraina).

Guasto tecnico che causa l’arresto automatico della centrale (Kalinin, Russia).

Novembre 1991: arresto del reattore dovuto a guasto tecnico (Balakovo, Russia).

Perdita di 190.000 litri di acqua dal sistema di raffreddamento e arresto del reattore (Oconee, USA).

Guasto del sistema di raffreddamento che causa l’arresto automatico del reattore (Kursk, Russia).

Disfunzione del sistema automatico d’arresto (Bilibino, Russia).

Guasto del sistema di controllo causa l’arresto del reattore (Kursk, Russia).

Dicembre 1991: guasto tecnico (Beloyarsk, Russia).

Guasto del sistema di controllo durante il cambio delle barre di combustibile che causa l’arresto del reattore (Smolensk, Russia).

Guasto del sistema di raffreddamento (Kola, Russia).

Guasto di un tubo del turbogeneratore causa l’arresto del reattore (Balakovo, Russia).

Errore umano causa un guasto nell’apparecchiatura di arresto automatico del reattore (Kola, Russia).

Guasto tecnico causa l’arresto automatico della centrale (Balakovo, Russia).

Guasto tecnico (Kalinin, Russia).

Guasto tecnico (Kola, Russia).

Fuga radioattiva (Kolskaya, Russia).

Arresto del reattore dovuto a guasto tecnico (Kalinin, Russia).

Gennaio 1992: quattro tonnellate di acqua pesante rovesciate (Rajasthan, India).

Perdita radioattiva e successivo arresto del reattore (Kola, Russia).

Guasto tecnico nel sistema d’arresto (Balakovo, Russia).

Una perdita causa un arresto della centrale (Darlington, Canada).

Febbraio 1992: guasto tecnico nel sistema di pompaggio (Zaporozhe, Ucraina).

Guasto alle pompe di raffreddamento (Kozloduy, Bulgaria).

Difetto nel software nel computer di controllo (Embalse, Argentina).

Marzo 1992: guasto tecnico (Novovoronezh, Russia).

Incendio (Kola, Russia).

Incidente con fuga radioattiva e arresto del reattore. Il giorno successivo si verifica un guasto tecnico (Leningrado, Russia).

Guasto nel sistema di arresto (Ignalina, Lituania).

Arresto automatico dovuto ad un guasto nel sistema di pompaggio (Kalinin, Russia).

Aprile 1992: guasto del sistema d’arresto automatico. Sempre nello stesso mese si verifica anche un’avaria nel sistema di raffreddamento (Novovoronezh, Russia).

Guasto tecnico durante il rifornimento di combustibile (Kola, Russia).

Maggio 1992: guasto tecnico (Ignalina, Lituania).

Guasto del sistema di emergenza (Smolensk, Russia).

Guasto tecnico del sistema di raffreddamento (Hatch, USA).

Perdita ad un tubo causa un rilascio di radioattività pari a 12 curie (Tarapur, India).

Arresto del reattore (Kola, Russia).

Giugno 1992: Avaria del sistema di controllo centralizzato (Smolensk, Russia).

Guasto tecnico (Sizewell, Regno Unito).

Guasto nel sistema di raffreddamento (Kola, Russia).

Perdita in una condotta. Qualche giorno dopo si verifica un guasto tecnico al sistema di controllo (Leningrado, Russia).

Luglio 1992: arresto del reattore dovuto a guasto nel sistema di raffreddamento (Novovoronezh, Russia).

Fuga radioaativa dovuta ad un guasto nel sistema di raffreddamento (Ignalina, Lituania).

Due lavoratori contaminati (Dampierre, Francia).

Aumento di temperatura nella piscina di raffreddamento (Gravelines, Francia).

Agosto 1992: guasto nel sistema d’arresto (Novovoronezh, Russia).

Incendio nell’elettro-generatore (St. Alban, Francia).

Settembre 1992: perdita di acqua radioattiva (Kola, Russia).

Novembre 1992: crepe in un’apparecchiatura del sistema di raffreddamento (Brunsbuttel, Germania).

Dicembre 1992: fuga di acqua radioattiva (Beloyarsk, Russia).

Gennaio 1993: rilascio di vapore radioattivo (Kozloduy, Bulgaria).

Rilascio di radioattività (Perry, USA).

Guasto tecnico (Paluel, Francia).

Febbraio 1993: problemi al sistema di raffreddamento per due ore (Kola, Russia).

Un versamento di 18.000 litri di acqua pesante nella pianta di energia nucleare di (Darlington, Canada).

Un’incidente provoca una fuga di vapore che uccide un operaio e ne ferisce altri due (Fukushima, Giappone).

Aprile 1993: un incendio nel complesso chimico colpisce un serbatoio d’uranio. Contaminati circa mille ettari di territorio siberiano – fortunatamente disabitato (Tomsk, Russia).

Maggio 1993: esplosione e incendio. Un operaio muore e un altro resta ferito (Zaporizha, Ucraina).

Arresto del reattore dovuto ad un guasto del sistema di raffreddamento (Kola, Russia).

Luglio 1993: guasto del sistema di controllo (Susquehanna, USA).

Malfunzionamenti durante il rifornimento di combustibile nucleare (Wylfa, Regno Unito).

Agosto 2003: incendio provoca l’evacuazione del personale. 32 persone contaminate (Dounreay, Regno Unito).

Settembre 1993: incendio (Balakovo, Russia).

Ottobre 1993: Guasto nella strumentazione di controllo (San Alban, Francia).

Marzo 1994: guasto nell’impianto di raffreddamento (Kola, Russia).

Aprile 1994: esplosione in un impianto di riprocessamento di combustibile nucleare causa il rilascio di una nube radioattiva (Tomsk, Russia).

Giugno 1994: incendio (Beloyarsk, Russia).

Dicembre 1995: incendio dovuto a perdita di refrigerante (sodio) causa l’arresto del reattore (Monju, Giappone).

Gennaio 1996: fuga radioattiva dovuta ad un errore umano e guasto tecnico (Dimitrovgrad, Russia).

Febbraio 1996: si rompe valvola di sicurezza. Fuoriesce nube radioattiva (Dimitrovgrad, Russia).

Marzo 1997: esplosione e incendio con fuga di plutonio. Contaminate 37 persone (Tokaimura, Giappone).

Giugno 1999: reazione a catena incontrollata di 15 minuti (Shika, Giappone).

Settembre 1999: un errore causa una reazione a catena incontrollata. Due lavoratori muoiono e più di cento vengono contaminati (Tokaimura, Giappone).

Febbraio 2000: fuoriuscita di vapore radioattivo – il sito si trova a 70 km da New York. La centrale viene chiusa e decretato lo stato di allerta (Indian point, USA).

2001: esplosione (Brunsbuettel, Germania).

Febbraio 2002: incendio. Due lavoratori contaminati (Onagawa, Giappone).

Aprile 2003: barre di combustibile danneggiate rovesciano del combustibile nucleare esausto in un serbatoio di acqua pesante (Paks, Ungheria).

Agosto 2004: esplosione provoca onda di vapore. Quattro vittime e sette feriti gravi (Mihama, Giappone).

2005: più di 30 incidenti, alcuni dei quali potrebbero aver causa fughe di radioattività (Torness, Regno Unito).

Aprile 2005: fuoriuscita di 83.000 litri di liquido radioattivo (Sellafield, Regno Unito).

Novembre 2005: contaminazione da trizio (Exelon, USA).

Incendio di un trasformatore di alta tensione nella centrale (Angra dos Reis, Brasile).

Dicembre 2005: esplosione in altoforno che lavora rifiuti e materiali di scarto prodotti dalla centrale – si trova appena fuori dal suo perimetro (San Pietroburgo, Russia).

Marzo 2006: fuoriescono 35 litri di una soluzione di uranio arricchito il rischio di generare una reazione a catena incontrollata (Brainwood, USA).

Incendio. Due persone sono state ricoverate in ospedale per aver inalato del fumo (Fukui, Giappone).

Luglio 2006: cortocircuito alla rete di alimentazione nazionale in uno dei reattori dell’impianto. In questa situazione, quattro generatori diesel sono preposti ad alimentare il reattore per arrivare al suo arresto in condizioni di sicurezza, ma il cortocircuito ha causato anche il mancato funzionamento di due dei quattro generatori di riserva. I restanti due generatori sono stati sufficienti per evitare un incidente più serio - secondo gli esperti, un reattore del tipo di quelli di Forsmark senza alimentazione rischia la fusione del nocciolo in 90 minuti - ma alcuni analisti sostengono che si sia trattato di pura fortuna (Forsmark, Svezia).

Novembre 2006: spento reattore a causa di un incendio (Ringhals, Svezia).

Febbraio 2007: un malfunzionamento causa l’arresto del reattore (Yeongggwang, Corea del Sud ).

Giugno 2007: incendio a un trasformatore. Anche il reattore nucleare é stato danneggiato (Krümmel, Germania).

Luglio, 2007: spento reattore per affrontare i problemi sorti durante i suoi 11 mesi di attività (Lucas Heights, Australia).

Fuga di acqua radioattiva dal reattore numero 6 (Kashiwaki-Kariwa, Giappone).

giovedì 29 maggio 2008

Fotovoltaico in italia: YES, WE CAN!



Guardatevi il video.... e partite con il mantra.... CHE MERAVIGLIAAAAAAAAA!



Undici attivisti di Greenpeace, travestiti da oranghi in uniforme da calcio con allenatore al completo, hanno chiesto – e ottenuto - di consegnare a Fabio Cannavaro, capitano della Nazionale, una lettera aperta e il proprio gagliardetto ufficiale. Hanno anche offerto agli Azzurri una colazione alternativa: la crema al cioccolato e nocciole “Deforestazione zero”, che non distrugge la foresta pluviale indonesiana e non minaccia gli habitat degli oranghi. Nutella, infatti, sponsor ufficiale degli Azzurri, è fatta con l’olio di palma la cui produzione sta causando una crescente deforestazione nel Sud Est asiatico e un'accelerazione del cambiamento climatico...

In ben tre occasioni Greenpeace ha chiesto a Nutella di dichiarare l'origine dell'olio di palma utilizzato per la Nutella, indicando i nomi dei propri fornitori e le aree di produzione. Greenpeace non ha ricevuto una risposta soddisfacente. Ferrero si difende con l'argomento, molto debole, di far parte della RSPO (Tavola rotonda dell’olio di palma sostenibile) quale garanzia della sostenibilità dell'olio di palma utilizzato per la Nutella. Ma nel recente rapporto "Borneo in Fiamme" Greenpeace ha dimostrato, presentando prove inconfutabili, come proprio i principali produttori di olio di palma della RSPO stiano commettendo crimini ambientali gravissimi come il taglio a raso della foresta pluviale e la cattura e uccisione degli ultimi oranghi del Borneo e di Sumatra.
nutellasalvalaforesta.it

lunedì 26 maggio 2008

FLISTONSUV 6 posti, per un risparmio assicurato!


Una “parata primitiva” degli attivisti di Greenpeace per denunciare il
ruolo delle automobili nella distruzione del clima

Bruxelles 26 maggio 2008 – Attivisti di Greenpeace hanno viaggiato
sull’auto dei Flinstones (il cartoon de “Gli antenati”) dalla sede
dell’ACEA – l’associazione europea dei produttoridi auto – al
Parlamento Europeo, per consegnare una tavola di pietra con i loghi di
Volkswagen, BMW e Mercedes e il messaggio “Auto contro il clima”. I
parlamentari europei si incontrano questa settimana proprio per
discutere la normativa sull’efficienza delle auto.

La parata dell’ ‘Età della pietra’ è stata organizzata per ricordare che
l’industria dell’auto è ancora intrappolata in una “dinamica da
dinosauri”: costruire auto sempre più grandi e sprecone a danno del
clima. L’iniziativa è avvenuta in contemporanea al lancio del rapporto
di Greenpeace “Driving Climate Change” che denuncia come la lobby
dell’industria dell’automobile, guidata dall’industria tedesca, stia
cercando di minare la normativa europea sull’efficienza delle auto,
attraverso manipolazioni e inganni che durano da 17 anni.

“Siamo arrivati al punto che la lobby dell’auto mette a rischio la
capacità dell’Ue di adempiere ai propri impegni nell’ambito del
Protocollo di Kyoto”, dichiara Andrea Lepore, responsabile della
campagna Trasporti e Clima di Greenpeace. “Il Parlamento non deve
consentire che questa lobby indebolisca il primo standard di efficienza
per le auto dell’Ue. L’approccio dell’età della pietra non può mettere a
rischio il pianeta con la logica del profitto a breve termine” aggiunge
Giuseppe Onufrio, direttore delle campagne di Greenpeace.

Il rapporto “Driving Climate Change” spiega come:

- L’industria dell’auto tedesca ha vinto “la guerra del business” e ora
impone l’agenda a tutta l’industria dell’auto, senza alcuna remora
rispetto alle preoccupazioni dei produttori francesi e italiani;

- Il commissario Verheugen e l’ACEA hanno creato il gruppo CARS 21 come
cavallo di Troia per promuovere gli interessi dell’industria;

- L’”approccio integrato” ha consentito ai produttori di auto di
scaricare responsabilità dai produttori agli automobilisti, ai governi e
ai pianificatori locali;

- I produttori di auto hanno ricompensato i loro sostenitori con benefit
e prestando autovetture

- I produttori di automobili hanno già fatto ritardare di 7 anni la
normativa e ora vogliono ottenere un ulteriore ritardo di tre anni.

Greenpeace chiede che l’Ue prenda una posizione decisa e fissi
un’emissione media per le flotte a 120 g CO2/km al 2012 e 80 g al2020.
Questi standard devono essere sostenuti da forti sanzioni e non essere
funzionali agli interessidell’industria tedesca, consentendo un
trattamento privilegiato per chi produce auto pesanti.

Come risparmiare il 50% di acqua con 50 centesimi



CHE MERAVIGLIAAAAAAAAAA! ( e questa volta non sono sarcastico! )

venerdì 23 maggio 2008

UN VERO MEDICO



Un medico mi dice che L'unione regionale dei medici in Emilia Romagna vuole fare una moratoria contro la costruzione degli inceneritori... e pure in Francia stanno facendo la stessa cosa... perchè pare non vogliano ripetere lo stesso errore dell'amianto...
Ringrazio la dottoressa per la splendida notizia... e abbraccio tutti i medici dell'emilia Romagna che hanno appoggiato l'iniziativa...


Mi chiedo qui in Sicilia che cosa si pensa dell'incenerimento?
Lombardo cosa ne pensa? Credo che Lombardo sia pro-inceneritore...

Perchè spendere milioni e milioni di Euro per costruire un inceneritore, con i tempi di realizzazione italiani che non possono che non scendere inferiori ai 5 anni per farne 1, se possiamo evitare tutto questo semplicemente facendo la raccolta differenziata porta a porta... evitando gli imballaggi... costringendo i comuni a fare differenziata.. dando incentivi per la costruzione di aziende che sfruttano l'umido per fare compost.... in germania ci sono dei palazzi che hanno il sistema fognario che permette pagando al contadino di prendere la "cacca" e usarla come concime per i campi....
PERCHE'? PERCHE'? Semplice... 1 inceneritore costa milioni di euro e avvantaggia pochi.. il riciclaggio darebbe posto di lavoro a molti ma non converebbe alle società che costruiscono gli stabilimenti di incenerimento...

E VAI CON LA MITICA FRASE.... CHE MERAVIGLIAAAAAAA!!!

Leggi su misura per Berlusconi: Salvare Rete4 ? SI SUBITO!

Per farla breve: Berlusconi con tutte le procedure di infrazione in corso... decide che è venuta l'ora di dare un occhio alla procedura di infrazione su Rete4... e a quanto pare ce ne stanno altre molto più urgenti di questa... ma se diamo uno sguardo: la corte europea ci punisce con 300 milioni di euro al giorno perchè rete 4 non è sul satellite... AL GIORNO!... e il governo decide, con un nuovo decreto, che la cosa dovrà rimanere cosi fino al 2012... SCANDALOSO!...
Per giunta hanno modificato la legge Gasparri sulle frequenze... di fatto NON CAMBIANDO ASSOLUTAMENTE NULLA! ANZI... PEGGIORANDO LA SITUAZIONE! Tutto cio' che verrà spedito nel digitale rimarra come è adesso!
CHE MERAVIGLIA!



Ecco MARCO TRAVAGLIO CHE COSA CI SCRIVE:
post di Marco Travaglio su www.voglioscendere.it

mercoledì 21 maggio 2008

La spazzatura sotto il tappeto


I rifiuti sotto il tappeto
Mario Tozzi
La Stampa
21-05-2008

Finalmente è arrivata la soluzione agognata per risolvere l'emergenza rifiuti in Campania: dieci nuove discariche e qualche inceneritore con recupero energetico (il termine termovalorizzatore, si sa, non ha senso scientifico o tecnico, neanche nelle regolamentazioni comunitarie). Il problema è che questa nuova soluzione assomiglia parecchio alle vecchie: quando si è insediato il Commissario De Gennaro, cinque mesi fa, la questione era sgomberare le strade di Napoli, e per farlo si è cercato di aprire nuove e vecchie discariche (non riuscendovi sempre), di mettere in funzione nuovi inceneritori (non riuscendovi mai), di esportare i rifiuti in Paesi più civilizzati (riuscendovi quasi sempre), dove gli scarti sono considerati risorse. Il problema è che questa soluzione assomiglia molto a scopare la polvere sotto il tappeto per avere la casa pulita.
In nessuna parte del mondo le discariche eliminano i rifiuti, anzi, li concentrano, con problemi ambientali che è ormai anche inutile approfondire: infiltrazioni nelle falde, percolati, liquami, per non parlare del maleodore. Senza contare che aprire nuove discariche sarebbe contro la legge nazionale e anche contro le normative comunitarie. E in nessuna parte del mondo bruciare rifiuti è un sistema per eliminarli, perché, come dovrebbe essere noto, in natura nulla si può distruggere e dunque le tonnellate di rifiuti si trasformeranno in ceneri (spesso velenose) e polveri (spesso tossiche). Certo, un inceneritore con recupero di energia e di calore non è un tabù contro cui combattere guerre di religione - ci sono problemi molto più devastanti, come il traffico cittadino -, ma è un controsenso energetico, perché per fabbricare oggetti e materiali si è impiegata molta più energia di quella che se ne ricava bruciandoli. E poi in Italia ci sono già abbastanza impianti: costruirne di nuovi può significare scoraggiare l'unica vera soluzione al problema dei rifiuti, la raccolta differenziata e il riciclaggio (un folle piano regionale siciliano prevede addirittura di bruciare il 65% dei rifiuti, come a dire condannare la raccolta differenziata a non superare mai il 35%, quando in tutta Europa si punta al 70-80% e a San Francisco si va verso l'opzione rifiuti-zero).
Se si fosse cominciato - alla prima emergenza di 15 anni fa - con un piano integrato di raccolta differenziata dei rifiuti campani, non saremmo a questo punto. Se lo si fosse fatto cinque mesi fa, avremmo ora qualche prospettiva, ma continuare a pensare che la questione possa risolversi con discariche e inceneritori vuol dire non aver compreso che, così, i rifiuti si accumuleranno di nuovo, e saremo alle solite, solo avendo perso ancora del tempo. Come da gennaio a oggi. E come dimostra il fatto che aver sgomberato oltre 200.000 tonnellate di pattume non ha risolto un granché. Ma sono i numeri che parlano: a Torino - una grande città del Nord i cui cittadini non sono antropologicamente diversi dai napoletani - nel 2003 si raccoglieva in maniera differenziata solo il 20% dei rifiuti. In cinque anni si è passati a oltre il 40%, attraverso campagne di educazione ambientale fino nelle scuole promosse dall'amministrazione comunale e dalla municipalizzata. Pensiamo a Napoli: se si fosse recuperata almeno la frazione umida (residui di pasti, bucce) avremo avuto il 30% in meno di rifiuti, cioè 75.000 tonnellate di meno all'inizio dell'emergenza. Cioè più spazio nelle discariche (dunque meno discariche) e meno commercio di rifiuti, dunque più risorse da destinare al riciclaggio.
Riciclare raddoppia la vita dei materiali, permette di spendere meno energia e, dunque, di inquinare di meno e fa in modo che si aprano meno miniere e cave. Se poi le ditte si impegnassero a ridurre definitivamente gli imballaggi, usando, per esempio i fogli di plastica termosaldati, che, una volta sgonfiati, si riducono a una pallina di qualche centimetro; se la distribuzione permettesse di acquistare i prodotti sfusi a peso e non a confezione; se le municipalizzate non si scomponessero in migliaia di subappalti incontrollabili, allora i nostri sforzi personali sarebbero premiati e non staremmo qui a temere di finire come a Manila, nella cui discarica vivono gli 80.000 abitanti di un posto chiamato Lupang Pangako (letteralmente «terra promessa»), fra commerci di ogni tipo, contrabbando e riciclaggio su commissione. Ma anche per questa volta non è aria.

Idro Montanelli

lunedì 19 maggio 2008

Tecnologia Nucleare : INUTILE!

www.greenpeace.it


Riguardo all'incompetenza dell'industria nucleare, Greenpeace ha rivelato lo scorso 5 aprile che un incidente alla centrale Asco-I in Spagna ha provocato la contaminazione radioattiva della popolazione che vive nell'area attorno alla centrale. Il gestore dell'impianto Iberdrola-Endesa – quest'ultima controllata da Enel al 67% - ha nascosto per quattro mesi l'accaduto.



Dopo che Greenpeace ha pubblicato i dettagli dell'incidente, l'agenzia di sicurezza nucleare spagnola ha ammesso che l'entità era superiore di cento volte a quanto dichiarato inizialmente, e che particelle radioattive si sono diffuse a chilometri dalla centrale. Greenpeace ha chiesto alla Commissione Europea di effettuare una verifica urgente sull'incidente.



In Francia, dopo solo tre mesi dall'inizio della costruzione a Flamaville dell'EPR - il reattore pressurizzato europeo simbolo del cosiddetto "rinascimento nucleare" - l'agenzia francese ASN ha scoperto una serie di problemi seri per quello che – secondo il costruttore Areva – dovrebbe essere il progetto nucleare più economico, sicuro e affidabile. La base di cemento è stata colata in modo non corretto, la lastra di cemento su cui dovrebbe poggiare il reattore presenta fratture, le barre in acciaio di rinforzo sono state posate in modo sbagliato, il contenitore di metallo è stato saldato da una società priva delle certificazioni richieste, e un quarto delle saldature sono inadeguate. Inoltre, i controlli di qualità sono inefficaci o inesistenti e il costruttore ha fallito nel riparare agli errori già segnalati e a migliorare le procedure.



Il rinascimento nucleare di oggi prepara le nuove Cernobyl del futuro




L'industria nucleare rimane impantanata in incidenti, bugie, insabbiamenti e incompetenza. Il nucleare rimane un esperimento fallito del Ventesimo secolo che non potrà in alcun modo soddisfare il fabbisogno futuro di energia o aiutare a contenere i cambiamenti climatici.



I governi che scelgono il nucleare non aumenteranno la propria indipendenza energetica, ma dipenderanno anzi dai pochi Paesi che hanno la tecnologia e il combustibile. Secondo Greenpeace solo con una "Rivoluzione Energetica" basata su efficienza e fonti rinnovabili riusciremo a tagliare le emissioni di gas a effetto serra del 50 per cento entro il 2050. Taglio necessario per evitare le conseguenze più catastrofiche dei cambiamenti climatici.

sabato 17 maggio 2008

Pietro Ricca VS Vittorio Sgarbi

AAh...


Certo fanno un pò di casino... però Pietro Ricca ha ragione
da Wikipedia :

Il 7 aprile 1995 legge al TG5 una lettera sui «veri colpevoli» dell'assassinio di don Pino Puglisi, senza rivelare le generalità dell'autore e attribuendola ad un sedicente amico del sacerdote assassinato; la missiva accusava il procuratore Giancarlo Caselli di essere il mandante dell'omicidio e Leoluca Orlando e Michele Santoro di esserne gli esecutori materiali. Secondo quanto riportato da Marco Travaglio, Caselli in vita sua non conobbe mai don Puglisi;[2] in virtù di ciò Sgarbi fu condannato per diffamazione in primo e secondo grado (intervenuta la prescrizione prima della sentenza di Cassazione).[3]



Nel 1996, con sentenza definitiva della Pretura di Venezia, è stato condannato a 6 mesi e 10 giorni di reclusione per il reato di falso e truffa aggravata e continuata ai danni dello Stato, per produzione di documenti falsi e assenteismo mentre era dipendente del Ministero dei Beni culturali, con la qualifica di funzionario ai Beni artistici e culturali del Veneto. Condannato a pagare un indennizzo fissato dalla corte, il critico d'arte si giustificò affermando che la sua assenza dall'ufficio dipendeva dall'impegno per la redazione d'un catalogo d'arte.[16]

Il 14 agosto 1998, dopo la morte di Luigi Lombardini, in un'intervista a Il Giornale ne attribuisce la responsabilità alle «inchieste politiche di Caselli [...] uomo di Violante», in quanto «il suicido di Lombardini ha evidenziato la natura esclusivamente politica dell'azione di Caselli e i suoi» che «impudentemente frugano nella sua tomba [...] sul suo cadavere»; il 17 agosto, ignorando i ringraziamenti dell'avvocato di Lombardini per la correttezza tenuta da Caselli nella conduzione dell'interrogatorio nonché il positivo pronunciamento del CSM in merito, ne chiede «l'immediato arresto» nonché la «sospensione dal servizio e dallo stipendio». Alla successiva querela, l'intervistatore Renato Farina ed il direttore Mario Cervi scelgono il patteggiamento, mentre Sgarbi la via del processo; ad una delle udienze «non si presenta in Tribunale (a Desio) dicendo di essere a Bologna per un altro processo; il giudice telefona a Bologna e scopre che lì Sgarbi ha fatto lo stesso sostenendo di essere a Desio».[17] Per queste affermazioni nel 1998 verrà condannato dalla Cassazione per diffamazione aggravata sulle indagini del pool antimafia di Palermo, guidato da Gian Carlo Caselli, oltre a 1.000 € di multa.

Da questo pronunciamento si origina un'altra polemica sull'interpretazione della sentenza, che viene diffusa dai media italiani come una condanna per aver definito le indagini "politiche",[18] esercitando il suo diritto di critica e provocando le forti reazioni e prese di posizione da parte di Francesco Cossiga, Ettore Randazzo, Fabrizio Cicchitto e Niccolò Ghedini. Questa ricostruzione viene duramente contestata da Marco Travaglio perché «criticare significa affermare che un'inchiesta è infondata, una sentenza è sbagliata. Ma sostenere che un PM e l'intera sua Procura sono al servizio di un partito, agiscono per finalità politiche, usano la mafia contro lo stato, non è criticare: è attribuire una serie di reati gravissimi, i più gravi che possa commettere un magistrato».[19]

sabato 10 maggio 2008

Il nuovo governo neanche nasce che manda in crisi i rapporti con la libia

www.larepubblica.it

il post della repubblica è chiaro... nessun governo appena nato, a mia memoria può fare una cosa del genere... eppure il nuovo governo italiano l'ha fatto:

Calderoli a causa di quella maglietta satirica su Maometto chiede scusa a Gheddafi, o meglio al figlio, altrimenti ci innonda di Immigrati, minaccia, perchè si sente offeso dalla carica importante al governo di Calderoli... e qui il neoministro chiede scusa 100 volte ( lo impone Berlusconi )...
poi tocca a Bossi, che allo scuro di tutto, dichiara che Gheddafi ha la lingua lunga... e qui Gheddafi si incavola minacciando di mandare in crisi le relazioni con L'italia... ma qui la chicca... solo dopo contrattazioni, che coinvolgono le più alte cariche dello stato, e le infinite scuse del ministro, il Governo libico si sente SODDISFATTO!

Cosa ha promesso il neo governo?
Soldi? Denaro? Armi? Medicine? GIOCATTOLI?

venerdì 9 maggio 2008

Myanmar

Articolo sul Myanmar:
La gente disperata perchè colpita da un ciclone ha bisogno di aiuti... il "mitico" dittatore aspetta 1 settimana per decidere di che fare degli aiuti... CHE MERAVIGLIA! Si parla di almeno 100.000 Morti... aggiungiamone tanti altri per fame... mancanza di acqua per 1 settimana... UN POPOLO AFFAMATO E SENZA DEMOCRAZIA ORA MUORE DI FAME!
MYANMAR GRIDA IL SUO DOLORE! NON DIMENTICHIAMO! NON DIMENTICHIAMO!

Notizia presa da
reutersitalia

giovedì 8 maggio 2008

Azione di Greenpeace a largo delle coste di Catania!



Grazie all'intervento di Greenpeace si è denunciato una nave la "diomede 2" che pescava ILLEGALMENTE in pieno periodo riproduttivo dei tonni rossi, specie in pericolo di estinzione, con l'uso di reti spadare, reti lunghe 10 Km che e a causa delle maglie troppo strette catturano balene, delfini e qualunque cosa rimanga impigliato senza fare distinzione di sorta... le reti di questo tipo sono state dichiarate ILLEGALI dall'unione europea.

Proteggere i pesci dalla pesca intensa nei periodi di riproduzione e Instaurare delle riserve marine può aiutarci a evitare una catastrofe... la desertificazione dei mari.
La cosa divertente che le riserve sulla carta ci sono ma... visto che numerosi sono i paesi che si affacciano sul mediterraneo non si riesce mai a trovare un accordo ben preciso... intanto i mari stanno morendo... è ora di svegliarsi!