Scusate il gioco di parole ma... DOVE.. l'azienda di cosmetici e saponi distrugge la foresta perchè nei suoi ingredienti si trova l'olio di palma. Le foreste del Borneo sono e saranno devastate grazie all'azienda che compra proprio li l'olio di palma...
Un consiglio è che DOVE usi qualche altro ingrediente meno devastante dal punto di vista ambientale.
Ecco il video dell'azione:
Notizie e amare verità... dalla Sicilia per la Sicilia dal Mondo... per il Mondo
mercoledì 23 aprile 2008
sabato 19 aprile 2008
venerdì 18 aprile 2008
Libertà di stampa
Questo signore qui sopra è Alexander Stille:
www.wikipedia.it
Alexander Stille (New York, 1957) è un giornalista e scrittore statunitense. È autore di diversi articoli e libri, incentrati principalmente su soggetti della politica e della società italiana, e in particolare su temi di mafia. Collabora con diversi giornali statunitensi -in particolare The New Yorker e il The New York Times- ed è corrispondente per alcuni giornali italiani, fra cui il Corriere della Sera.
A dir poco agghiaccianti le parole di questo giornalista ( libero )
A voi la parola.... ( io parto col mantra.... CHE MERAVIGLIAAAAA )
martedì 15 aprile 2008
Editto bulgaro: aspettatevi questo...
Aspettatevi l'editto Bulgaro di Berlusconi... distruggerà gli sprazzi di informazione rimasta... cosi come ha fatto una volta
CHE MERAVIGLIAAAA
CHE MERAVIGLIAAAA
giovedì 10 aprile 2008
ecco i candidati : condannati in via definitiva
Popolo delle Libertà (56)
Abrignani Ignazio (FI): Avvocato, ex capo della segreteria di
Claudio Scajola, è indagato a Milano per dissipazione postfallimentare
nelle indagini sulla bancarotta della Cit, l’agenzia di
viaggi dello Stato di cui era commissario straordinario. La Cit è
stata acquista dall'imprenditore campano Gerardo Soglia (pure lui
candidato per la Pdl, non si sa se anch’egli indagato oppure no),
indicato come uno degli imprenditori che dovrebbe far parte della
fantomatica cordata Berlusconi per l’acquisto di Alitalia.
Balletto Sandro (FI): Ex presidente della Provincia di Cagliari, è
stato condannato in primo grado nel 2006, con rito abbreviato, a 10
mesi di reclusione per danneggiamento aggravato e alcune
contravvenzioni alle leggi di tutela ambientale, in relazione al
rifacimento della spiaggia di Cagliari, il “Poetto”. Il Tribunale gli
ha inflitto anche una provvisionale immediatamente esecutiva di
100 mila euro da versare al Demanio, 1 anno di interdizione dai
pubblici uffici e la condanna al ripristino ambientale.
Berlusconi Silvio (FI): 2 amnistie (falsa testimonianza P2 e falso
in bilancio Macherio); 1 assoluzione dubitativa (corruzione Gdf,
falso bilancio Medusa); 1 assoluzione piena (corruzione giudici
Sme-Ariosto); 2 assoluzioni per depenalizzazione del reato da parte
dello stesso imputato (falsi in bilancio All Iberian, Sme-Ariosto); 8
archiviazioni (6 per mafia e riciclaggio, 2 per concorso in strage); 6
prescrizioni (finanziamento illecito a Craxi con All Iberian; falso in
bilancio Macherio; falso in bilancio e appropriazione indebita
Fininvest; falso in bilancio Fininvest occulta; falso in bilancio
Lentini; corruzione giudiziaria Mondadori); 3 processi in corso:
Telecinco (falso bilancio, frode fiscale, violazione antitrust
spagnola), caso Mills (corruzione giudiziaria), diritti Mediaset
(appropriazione indebita, falso bilancio, frode fiscale), Saccà
(corruzione); 1 indagine in corso (istigazione alla corruzione di
alcuni senatori).
Bergamini Deborah (FI): La sua posizione è al vaglio della
Procura di Roma, cui i pm di Milano hanno trasmesso il fascicolo
relativo all’ipotesi di interruzione di pubblico servizio, in concorso
con l’allora dg Rai Flavio Cattaneo, per aver ritardato le notizie sui
risultati elettorali delle regionali 2005, molto negativi per il
governo Berlusconi.
Berruti Massimo Maria (FI): Condannato in via definitiva a 8
mesi per favoreggiamento, per aver depistato nell’estate del 1994 le
indagini sulle tangenti Fininvest alla Guardia di Finanza dopo una
visita a Berlusconi a Palazzo Chigi.
Brancher Aldo (FI): Condannato in primo grado e in appello per
falso in bilancio e finanziamento illecito al Psi, si salva in
Cassazione grazie alla prescrizione (per il secondo reato) e alla
depenalizzazione del reato (il primo) da parte del suo stesso
governo. Indagato a Milano per ricettazione nell’indagine sulla
scalata di Fiorani (Bpl) all’Antonveneta: la Procura trova un conto
alla Banca Popolare di Lodi intestato alla moglie di Brancher con
un affidamento e una plusvalenza sicura di 300mila euro in due
anni.
Briguglio Carmelo (FI): Nel 1999 viene rinviato a giudizio per
abuso d’ufficio e truffa alla Regione e all’Unione europea
nell’inchiesta della Procura di Palermo su presunti finanziamenti
regionali e comunitari girati a tre società «amiche» per corsi di
formazione professionale. Il processo viene poi trasferito per
competenza a Messina, dove i giudici annullano il precedente
decreto di rinvio a giudizio e ripartono praticamente da zero. Ma il
tour non è finito, perché nel gennaio 2003 il gip messinese dichiara
prescritta una parte delle accuse, e dirotta quelle rimaste (truffa e
falso) a Reggio Calabria, in quanto fra gli indagati c’è anche un
giudice di pace di Messina. E a Reggio Briguglio viene assolto nel
2006.
Camber Giulio (FI): Condannato nel 2007 dalla Corte d’appello
di Trieste a 8 mesi di reclusione (con rito abbreviato e sconto di un
terzo della pena) per millantato credito nell’ambito del crac
Kreditna Banka, l’istituto di credito della minoranza slovena fallita
nel 1997: nel novembre 1994 avrebbe ricevuto 100 milioni di lire
dai vertici dell’istituto, garantendo loro un intervento politico per
salvarlo dalla bancarotta. Intervento poi mai compiuto. Infatti la
banca fallì.
Cantoni Giampiero (FI): Ha patteggiato 2 anni di reclusione
complessivi prima per corruzione (con risarcimento di 800 milioni
di lire) e poi per concorso nella bancarotta fraudolenta del gruppo
Mandelli.
Catone Giampiero (Dc Autonomie): arrestato a Roma nel 2001
per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata,
falso, false comunicazioni sociali e bancarotta fraudolenta
pluriaggravata (due bancarotte da 25 miliardi di lire l’una e 12
miliardi di finanziamenti a fondo perduto ottenuti dal ministero
dell’Industria – secondo l’accusa – con carte e perizie false), è stato
rinviato a giudizio. Così come all’Aquila, sempre per bancarotta
fraudolenta (fallimento dell’Abatec, azienda di Chieti da lui stesso
amministrata, che avrebbe dovuto produrre macchinari ad alta
tecnologia per la lavorazione dei pannolini, ma fu dichiarata fallita
dopo un aumento di capitale deliberato prim’ancora che fossero
sottoscritte le quote sociali). La stessa Procura dell’Aquila ha
chiuso un’altra indagine a carico di 44 persone, fra cui Catone, su
una presunta mega-truffa ai danni della multinazionale Merker e di
diverse banche, tra le quali Intesa. Qui Catone è indagato per
estorsione, insieme al fratello Mario, dipendente di Banca Intesa,
per aver spillato 118mila euro ad alcuni dirigenti Merker,
millantando interventi politici per risolvere i guai finanziari del
gruppo.
Ciarrapico Giuseppe (FI): 5 condanne definitive, una in primo
grado e una serie impressionante di arresti e procedimenti penali.
Nel 1973 la Corte d’Appello di Roma conferma la sentenza del
Tribunale di Cassino e lo condanna per truffa aggravata e
continuata ai danni di Inps, Inail e Inam per non aver registrato sui
libri paga gli stipendi dei dipendenti. La Cassazione conferma la
truffa, ne dichiara prescritta una parte e incarica la Corte d’appello
di rideterminare la pena per l’altra. Nel 1974 altra condanna: il
pretore di Cassino gli infligge una multa di 623.500 lire per aver
violato per quattro volte la legge che tutela “il lavoro dei fanciulli e
degli adolescenti”:sentenza confermata in Cassazione. Nel marzo
’93 viene arrestato a Roma per lo scandalo Safim Leasing-
Italsanità (per vari miliardi di lire avuti dalla Safim Factor
scontando titoli di credito inesistenti dopo aver affittato suoi
immobili a Italsanità): nel 1995 viene condannato con rito
abbreviato a 1 anno per falso in bilancio e truffa, pena poi
confermata in appello e in Cassazione. Aprile ’93: Di Pietro lo fa di
nuovo arrestare per una stecca di 250 milioni di lire versata al
segretario del Psdi Antonio Cariglia su richiesta di Andreotti. “Era
vero, li diedi per arruolare Domenico Modugno alle feste dei
socialdemocratici”, dirà lui anni dopo. Passa un mese e torna
dentro, stavolta per un presunto miliardo alla Dc andreottiana nello
scandalo delle Poste. A giugno, condanna in primo grado a 6 mesi
per diffamazione: aveva affisso a Fiuggi un manifesto in cui dava a
un consigliere comunale del “mentitore diffamatore mestatore”.
Nel 1997 la Procura di Roma lo fa rinviare a giudizio per peculato,
abuso e falso nella sua attività di re delle acque minerali: secondo il
pm Maria Cordova, mentre era custode giudiziario dell’Ente
Fiuggi, Ciarrapico omise di versare 20 miliardi al Comune e si
appropriò di somme di denaro per spese pubblicitarie, interessi
passivi e acquisto di beni capitalizzati, rinnovando il contratto di
vendita dell’acqua Fiuggi a una sua società che offriva prezzi
inferiori rispetto a un’altra (danneggiando il Comune, che
percepiva un tot a bottiglia). Nel 1995 viene condannato con rito
abbreviato per falso in bilancio delle Terme Bognanco. Ma questi
processi finiscono in nulla. Nel 1998, però, arriva la mazzata:
condanna in Cassazione a 4 anni e 6 mesi per la bancarotta
fraudolenta del Banco Ambrosiano. La sua “Fideico”, nel 1982,
aveva ottenuto dalla Banca di Roberto Calvi e della P2 un
improvviso aumento della linea di credito da 4 a 39 miliardi,
restituendo solo le briciole. Nel 1999, il kappaò: la quinta condanna
definitiva a 3 anni per il crac da 70 miliardi della società che
controllava la “Casina Valadier”, il palazzetto liberty romano
trasformato in ristorante. Ma il Ciarra, pur dovendo scontare 7 anni
e mezzo, non finisce in carcere: grazie all’età e agli acciacchi,
ottiene l’affidamento ai servizi sociali. Intanto i processi avanzano,
con qualche botta di fortuna. Nel ’99, condannato in appello per
emissione di assegni a vuoto, il nostro eroe è assolto in Cassazione
perchè il reato è stato appena depenalizzato. Nel 2000 cade in
prescrizione la condanna in primo grado per violazione della legge
sulle assunzioni obbligatorie di invalidi. Nel 2001, condanna in
primo grado a Perugia per abuso d’ufficio insieme al giudice
fallimentare di Frosinone che nel ’93 regalò l’amministrazione
controllata alla sua capogruppo “Italfin 80” in crisi nera,
evitandogli il crac: reato poi estinto per prescrizione. Intanto lui s’è
dato alle cliniche private. E anche in quel ramo riesce a dare lavoro
alla Giustizia. Nel 2002 il Tribunale di Roma lo condanna a 1 anno
e 8 mesi per truffa e violazione della legge sulle trasfusioni:
insieme ad alcuni dirigenti della “Quisisana”, avrebbe imposto a
una cinquantina di pazienti sottoposti a trasfusioni parcelle gonfiate
per 3-400 mila lire l’una. E nel 2005 è rinviato a giudizio per
ricettazione nella vecchia vicenda delle tangenti al ministero delle
Poste. Ma ci sono pure questioni recentissime, come quella che lo
investe per la sua ultima vocazione: editore di giornali locali,
undici “cocoperative” tra la Ciociaria e il Molise, finanziati dallo
Stato. Del novembre 2007, il Ciarra è indagato a Roma per truffa ai
danni di Palazzo Chigi: pare che tra il 2002 e il 2005 abbia
incassato il doppio dei contributi dovuti, attestando falsamente che
le società “Editoriale Ciociaria Oggi” e “Nuova Editoriale Oggi”
hanno una gestione separata. In attesa di sapere come stanno le
cose, il Gip gli ha sequestrato i 2,5 milioni che stavano arrivando
dalla Presidenza del Consiglio. Intanto il fisco italiano attende che
il Ciarra versi 1,495 milioni di euro di tasse mai pagate. E non è
questo l’unico suo debito: tallonato dai piccoli azionisti
dell’Ambrosiano, risulta residente per l’Anagrafe in una camera e
servizi annessa a un capannone industriale dove ha sede la
tipografia di “Ciociaria Oggi”, a Villa Santa Lucia, vicino a
Montecassino. Dove sovente bussa l’ufficiale giudiziario. Invano.
Comincioli Romano (FI): Imputato per le false fatture e i bilanci
truccati di Publitalia, insieme a Dell’Utri e altri, chiede di
patteggiare 1 anno e 8 mesi, ottiene il consenso del pm, ma nel
1995 il Tribunale ritiene troppo bassa la pena concordata e
preferisce processarlo: mossa incauta, visto che poi la Cdl, anche
col suo voto, abroga di fatto il falso in bilancio, riducendo le pene
al lumicino e abbreviando le scadenze della prescrizione. A quel
punto la IV sezione del Tribunale fa ricorso alla Corte di giustizia
europea e alla Corte costituzionale per l’incostituzionalità della
legge. Ma la Corte europea rimanda al mittente l’eccezione, mentre
la Consulta tarda a rispondere e quando il processo riprenderà, i
reati saranno comunque prescritti. Nel febbraio 2008, alla vigilia
della fine della legislatura, la giunta per le autorizzazioni a
procedere del Senato respinge al mittente la richiesta di
autorizzazione (inoltrata dal gip di Milano Clementina Forleo) a
usare le sue telefonate intercettate con l’amico Stefano Ricucci a
proposito della scalata al «Corriere della Sera».
Abrignani Ignazio (FI): Avvocato, ex capo della segreteria di
Claudio Scajola, è indagato a Milano per dissipazione postfallimentare
nelle indagini sulla bancarotta della Cit, l’agenzia di
viaggi dello Stato di cui era commissario straordinario. La Cit è
stata acquista dall'imprenditore campano Gerardo Soglia (pure lui
candidato per la Pdl, non si sa se anch’egli indagato oppure no),
indicato come uno degli imprenditori che dovrebbe far parte della
fantomatica cordata Berlusconi per l’acquisto di Alitalia.
Balletto Sandro (FI): Ex presidente della Provincia di Cagliari, è
stato condannato in primo grado nel 2006, con rito abbreviato, a 10
mesi di reclusione per danneggiamento aggravato e alcune
contravvenzioni alle leggi di tutela ambientale, in relazione al
rifacimento della spiaggia di Cagliari, il “Poetto”. Il Tribunale gli
ha inflitto anche una provvisionale immediatamente esecutiva di
100 mila euro da versare al Demanio, 1 anno di interdizione dai
pubblici uffici e la condanna al ripristino ambientale.
Berlusconi Silvio (FI): 2 amnistie (falsa testimonianza P2 e falso
in bilancio Macherio); 1 assoluzione dubitativa (corruzione Gdf,
falso bilancio Medusa); 1 assoluzione piena (corruzione giudici
Sme-Ariosto); 2 assoluzioni per depenalizzazione del reato da parte
dello stesso imputato (falsi in bilancio All Iberian, Sme-Ariosto); 8
archiviazioni (6 per mafia e riciclaggio, 2 per concorso in strage); 6
prescrizioni (finanziamento illecito a Craxi con All Iberian; falso in
bilancio Macherio; falso in bilancio e appropriazione indebita
Fininvest; falso in bilancio Fininvest occulta; falso in bilancio
Lentini; corruzione giudiziaria Mondadori); 3 processi in corso:
Telecinco (falso bilancio, frode fiscale, violazione antitrust
spagnola), caso Mills (corruzione giudiziaria), diritti Mediaset
(appropriazione indebita, falso bilancio, frode fiscale), Saccà
(corruzione); 1 indagine in corso (istigazione alla corruzione di
alcuni senatori).
Bergamini Deborah (FI): La sua posizione è al vaglio della
Procura di Roma, cui i pm di Milano hanno trasmesso il fascicolo
relativo all’ipotesi di interruzione di pubblico servizio, in concorso
con l’allora dg Rai Flavio Cattaneo, per aver ritardato le notizie sui
risultati elettorali delle regionali 2005, molto negativi per il
governo Berlusconi.
Berruti Massimo Maria (FI): Condannato in via definitiva a 8
mesi per favoreggiamento, per aver depistato nell’estate del 1994 le
indagini sulle tangenti Fininvest alla Guardia di Finanza dopo una
visita a Berlusconi a Palazzo Chigi.
Brancher Aldo (FI): Condannato in primo grado e in appello per
falso in bilancio e finanziamento illecito al Psi, si salva in
Cassazione grazie alla prescrizione (per il secondo reato) e alla
depenalizzazione del reato (il primo) da parte del suo stesso
governo. Indagato a Milano per ricettazione nell’indagine sulla
scalata di Fiorani (Bpl) all’Antonveneta: la Procura trova un conto
alla Banca Popolare di Lodi intestato alla moglie di Brancher con
un affidamento e una plusvalenza sicura di 300mila euro in due
anni.
Briguglio Carmelo (FI): Nel 1999 viene rinviato a giudizio per
abuso d’ufficio e truffa alla Regione e all’Unione europea
nell’inchiesta della Procura di Palermo su presunti finanziamenti
regionali e comunitari girati a tre società «amiche» per corsi di
formazione professionale. Il processo viene poi trasferito per
competenza a Messina, dove i giudici annullano il precedente
decreto di rinvio a giudizio e ripartono praticamente da zero. Ma il
tour non è finito, perché nel gennaio 2003 il gip messinese dichiara
prescritta una parte delle accuse, e dirotta quelle rimaste (truffa e
falso) a Reggio Calabria, in quanto fra gli indagati c’è anche un
giudice di pace di Messina. E a Reggio Briguglio viene assolto nel
2006.
Camber Giulio (FI): Condannato nel 2007 dalla Corte d’appello
di Trieste a 8 mesi di reclusione (con rito abbreviato e sconto di un
terzo della pena) per millantato credito nell’ambito del crac
Kreditna Banka, l’istituto di credito della minoranza slovena fallita
nel 1997: nel novembre 1994 avrebbe ricevuto 100 milioni di lire
dai vertici dell’istituto, garantendo loro un intervento politico per
salvarlo dalla bancarotta. Intervento poi mai compiuto. Infatti la
banca fallì.
Cantoni Giampiero (FI): Ha patteggiato 2 anni di reclusione
complessivi prima per corruzione (con risarcimento di 800 milioni
di lire) e poi per concorso nella bancarotta fraudolenta del gruppo
Mandelli.
Catone Giampiero (Dc Autonomie): arrestato a Roma nel 2001
per associazione a delinquere finalizzata alla truffa aggravata,
falso, false comunicazioni sociali e bancarotta fraudolenta
pluriaggravata (due bancarotte da 25 miliardi di lire l’una e 12
miliardi di finanziamenti a fondo perduto ottenuti dal ministero
dell’Industria – secondo l’accusa – con carte e perizie false), è stato
rinviato a giudizio. Così come all’Aquila, sempre per bancarotta
fraudolenta (fallimento dell’Abatec, azienda di Chieti da lui stesso
amministrata, che avrebbe dovuto produrre macchinari ad alta
tecnologia per la lavorazione dei pannolini, ma fu dichiarata fallita
dopo un aumento di capitale deliberato prim’ancora che fossero
sottoscritte le quote sociali). La stessa Procura dell’Aquila ha
chiuso un’altra indagine a carico di 44 persone, fra cui Catone, su
una presunta mega-truffa ai danni della multinazionale Merker e di
diverse banche, tra le quali Intesa. Qui Catone è indagato per
estorsione, insieme al fratello Mario, dipendente di Banca Intesa,
per aver spillato 118mila euro ad alcuni dirigenti Merker,
millantando interventi politici per risolvere i guai finanziari del
gruppo.
Ciarrapico Giuseppe (FI): 5 condanne definitive, una in primo
grado e una serie impressionante di arresti e procedimenti penali.
Nel 1973 la Corte d’Appello di Roma conferma la sentenza del
Tribunale di Cassino e lo condanna per truffa aggravata e
continuata ai danni di Inps, Inail e Inam per non aver registrato sui
libri paga gli stipendi dei dipendenti. La Cassazione conferma la
truffa, ne dichiara prescritta una parte e incarica la Corte d’appello
di rideterminare la pena per l’altra. Nel 1974 altra condanna: il
pretore di Cassino gli infligge una multa di 623.500 lire per aver
violato per quattro volte la legge che tutela “il lavoro dei fanciulli e
degli adolescenti”:sentenza confermata in Cassazione. Nel marzo
’93 viene arrestato a Roma per lo scandalo Safim Leasing-
Italsanità (per vari miliardi di lire avuti dalla Safim Factor
scontando titoli di credito inesistenti dopo aver affittato suoi
immobili a Italsanità): nel 1995 viene condannato con rito
abbreviato a 1 anno per falso in bilancio e truffa, pena poi
confermata in appello e in Cassazione. Aprile ’93: Di Pietro lo fa di
nuovo arrestare per una stecca di 250 milioni di lire versata al
segretario del Psdi Antonio Cariglia su richiesta di Andreotti. “Era
vero, li diedi per arruolare Domenico Modugno alle feste dei
socialdemocratici”, dirà lui anni dopo. Passa un mese e torna
dentro, stavolta per un presunto miliardo alla Dc andreottiana nello
scandalo delle Poste. A giugno, condanna in primo grado a 6 mesi
per diffamazione: aveva affisso a Fiuggi un manifesto in cui dava a
un consigliere comunale del “mentitore diffamatore mestatore”.
Nel 1997 la Procura di Roma lo fa rinviare a giudizio per peculato,
abuso e falso nella sua attività di re delle acque minerali: secondo il
pm Maria Cordova, mentre era custode giudiziario dell’Ente
Fiuggi, Ciarrapico omise di versare 20 miliardi al Comune e si
appropriò di somme di denaro per spese pubblicitarie, interessi
passivi e acquisto di beni capitalizzati, rinnovando il contratto di
vendita dell’acqua Fiuggi a una sua società che offriva prezzi
inferiori rispetto a un’altra (danneggiando il Comune, che
percepiva un tot a bottiglia). Nel 1995 viene condannato con rito
abbreviato per falso in bilancio delle Terme Bognanco. Ma questi
processi finiscono in nulla. Nel 1998, però, arriva la mazzata:
condanna in Cassazione a 4 anni e 6 mesi per la bancarotta
fraudolenta del Banco Ambrosiano. La sua “Fideico”, nel 1982,
aveva ottenuto dalla Banca di Roberto Calvi e della P2 un
improvviso aumento della linea di credito da 4 a 39 miliardi,
restituendo solo le briciole. Nel 1999, il kappaò: la quinta condanna
definitiva a 3 anni per il crac da 70 miliardi della società che
controllava la “Casina Valadier”, il palazzetto liberty romano
trasformato in ristorante. Ma il Ciarra, pur dovendo scontare 7 anni
e mezzo, non finisce in carcere: grazie all’età e agli acciacchi,
ottiene l’affidamento ai servizi sociali. Intanto i processi avanzano,
con qualche botta di fortuna. Nel ’99, condannato in appello per
emissione di assegni a vuoto, il nostro eroe è assolto in Cassazione
perchè il reato è stato appena depenalizzato. Nel 2000 cade in
prescrizione la condanna in primo grado per violazione della legge
sulle assunzioni obbligatorie di invalidi. Nel 2001, condanna in
primo grado a Perugia per abuso d’ufficio insieme al giudice
fallimentare di Frosinone che nel ’93 regalò l’amministrazione
controllata alla sua capogruppo “Italfin 80” in crisi nera,
evitandogli il crac: reato poi estinto per prescrizione. Intanto lui s’è
dato alle cliniche private. E anche in quel ramo riesce a dare lavoro
alla Giustizia. Nel 2002 il Tribunale di Roma lo condanna a 1 anno
e 8 mesi per truffa e violazione della legge sulle trasfusioni:
insieme ad alcuni dirigenti della “Quisisana”, avrebbe imposto a
una cinquantina di pazienti sottoposti a trasfusioni parcelle gonfiate
per 3-400 mila lire l’una. E nel 2005 è rinviato a giudizio per
ricettazione nella vecchia vicenda delle tangenti al ministero delle
Poste. Ma ci sono pure questioni recentissime, come quella che lo
investe per la sua ultima vocazione: editore di giornali locali,
undici “cocoperative” tra la Ciociaria e il Molise, finanziati dallo
Stato. Del novembre 2007, il Ciarra è indagato a Roma per truffa ai
danni di Palazzo Chigi: pare che tra il 2002 e il 2005 abbia
incassato il doppio dei contributi dovuti, attestando falsamente che
le società “Editoriale Ciociaria Oggi” e “Nuova Editoriale Oggi”
hanno una gestione separata. In attesa di sapere come stanno le
cose, il Gip gli ha sequestrato i 2,5 milioni che stavano arrivando
dalla Presidenza del Consiglio. Intanto il fisco italiano attende che
il Ciarra versi 1,495 milioni di euro di tasse mai pagate. E non è
questo l’unico suo debito: tallonato dai piccoli azionisti
dell’Ambrosiano, risulta residente per l’Anagrafe in una camera e
servizi annessa a un capannone industriale dove ha sede la
tipografia di “Ciociaria Oggi”, a Villa Santa Lucia, vicino a
Montecassino. Dove sovente bussa l’ufficiale giudiziario. Invano.
Comincioli Romano (FI): Imputato per le false fatture e i bilanci
truccati di Publitalia, insieme a Dell’Utri e altri, chiede di
patteggiare 1 anno e 8 mesi, ottiene il consenso del pm, ma nel
1995 il Tribunale ritiene troppo bassa la pena concordata e
preferisce processarlo: mossa incauta, visto che poi la Cdl, anche
col suo voto, abroga di fatto il falso in bilancio, riducendo le pene
al lumicino e abbreviando le scadenze della prescrizione. A quel
punto la IV sezione del Tribunale fa ricorso alla Corte di giustizia
europea e alla Corte costituzionale per l’incostituzionalità della
legge. Ma la Corte europea rimanda al mittente l’eccezione, mentre
la Consulta tarda a rispondere e quando il processo riprenderà, i
reati saranno comunque prescritti. Nel febbraio 2008, alla vigilia
della fine della legislatura, la giunta per le autorizzazioni a
procedere del Senato respinge al mittente la richiesta di
autorizzazione (inoltrata dal gip di Milano Clementina Forleo) a
usare le sue telefonate intercettate con l’amico Stefano Ricucci a
proposito della scalata al «Corriere della Sera».
martedì 8 aprile 2008
Scandalo Europa 7: La bonino dice che non è urgente!!
Ho già parlato di europa 7... ma il video riassume benissimo... guardatelo e ripete il mantra:
CHE MERAVIGLIAAAA... CHE MERAVIGLIAAAA
domenica 6 aprile 2008
Matera: Convincere i cittadini che incenerire è la strada giusta... per il camposanto
La diossina prodotta dalla combustione dei rifiuti di un inceneritore si accumula nel tempo negli organismi: piante e animali, che poi entrano nel ciclo alimentare dell'uomo, anche attraverso l'aria.... ed ecco a voi i TUMORI...
Una nanoparticella è talmente piccola che è in grado di bucare persino il nucleo di una cellula... e entrare in circolo...
adesso:
Guardatevi cosa hanno ripreso a un convegno a Matera, dove hanno scoperto che il sindaco aveva programmato la costruzione di un inceneritore, senza avvisare i cittadini :
Il convegno cerca di convincere i cittadini che un inceneritore è la soluzione ai problemi dei rifiuti....
ma come siamo bravi... ( immaginatevi Staffelli... che lo dice ). Certo, certo... costruiamo un inceneritore... uccidiamo gli abitanti del posto... una volta morti non potranno più produrre rifiuti: ottima soluzione!
In un convegno pubblico la gente viene fermata dalla polizia perchè sta riprendendo?... CHE MERAVIGLIA!
Ah... Non si può parlare di Nanoparticelle perchè non sono nel discorso di inceneritori?... CHE MERAVIGLIA!
Ecco una ricerca su google cosa mi ha portato
link
leggetevi il pdf... è interessante già qui si citano numerosi e importanti medici...
ecco un'altro link interessante
www.ecoblog.it
A Los Angeles hanno scoperto che le nanopolveri non rendono felici...
La soluzione è semplice: RICICLARE!
Una nanoparticella è talmente piccola che è in grado di bucare persino il nucleo di una cellula... e entrare in circolo...
adesso:
Guardatevi cosa hanno ripreso a un convegno a Matera, dove hanno scoperto che il sindaco aveva programmato la costruzione di un inceneritore, senza avvisare i cittadini :
Il convegno cerca di convincere i cittadini che un inceneritore è la soluzione ai problemi dei rifiuti....
ma come siamo bravi... ( immaginatevi Staffelli... che lo dice ). Certo, certo... costruiamo un inceneritore... uccidiamo gli abitanti del posto... una volta morti non potranno più produrre rifiuti: ottima soluzione!
In un convegno pubblico la gente viene fermata dalla polizia perchè sta riprendendo?... CHE MERAVIGLIA!
Ah... Non si può parlare di Nanoparticelle perchè non sono nel discorso di inceneritori?... CHE MERAVIGLIA!
Ecco una ricerca su google cosa mi ha portato
link
leggetevi il pdf... è interessante già qui si citano numerosi e importanti medici...
ecco un'altro link interessante
www.ecoblog.it
A Los Angeles hanno scoperto che le nanopolveri non rendono felici...
La soluzione è semplice: RICICLARE!
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