Ricopio un ariticolo di
www.ilTempo.it
Programma alimentare
Negati i viveri
al popolo
SANGUE e fame. Repressione e taglio dei viveri. La giunta militare birmana continua a infierire con ogni mezzo sulla popolazione, per stroncare la rivolta di monaci e laici. Nelle ultime ore ha prima bloccato la distribuzione di aiuti alimentari dal parte del Pam (Programma alimentare mondiale dell’Onu) a oltre 500mila persone e poi l’ha ripristinata: «Un appello alle autorità per avere accesso a Paese - ha commentato ieri mattina la direttrice del Pam Sheeran - La nostra preoccupazione è Mandalay, centro logistico e di smistamento», ha aggiunto Risley, portavoce del Pam per l’Italia. Qualche ora più tardi le autorità militari hanno dato il permesso di trasportare e consegnare a Lashio (centro-est) 195 tonnellate di cibo. Nella poverissima Birmania, attualmente mezzo milione di persone dipendono da un piano triennale del Pam. In totale i beneficiari dovrebbero essere 1,6 milioni, per un investimento totale di oltre 51,7 milioni di dollari ma l’organizzazione è riuscita finora a raccoglierne dai donatori solo 12,5 milioni. In alcune zone del Paese la malnutrizione riguarda fino al 70% dei bambini. Sono oltre 10mila - denuncia l’Unicef - le donne affette da Hiv che ogni anno danno alla luce tra i 3000 e i 4000 neonati portatori del virus. È proprio la fame a creare una triste quanto forte saldatura tra i monaci e i più poveri tra i poveri. I monaci - secondo i precetti buddisti - non possiedono nulla. Ma quando, all’alba, centinaia di tuniche rosse percorrono le strade polverose di villaggi e città, la ciotola delle elemosine si riempie di riso. Quando i monaci mangiano, la svuotano solo in parte. In fila, la gente attende la fine del pasto: nelle ciotole rimane sempre un po’ di riso. Così i monaci, lo versano fino all’ultimo chicco in buste di plastica, poi si avviano verso i lavatoi comuni. interni@iltempo.it.
domenica 30 settembre 2007
Notizie e amare verità... dalla Sicilia per la Sicilia dal Mondo... per il Mondo
domenica 30 settembre 2007
venerdì 28 settembre 2007
Appello per la Giustizia e la Legalità in Calabria Petition
A quanto pare il ministro della giustizia Mastella ha trasferito un giudice in Calabria che a quanto pare stava indagando sui forti legami tra giustizia e politica.
Leggendo qua e la credo di aver capito che alcuni colleghi del signor De Magistris, il giudice che si occupava delle indagini, hanno informato il ministro Mastella, o qualche collaboratore, che il nome suo e anche quella del capo del governo apparivano agli atti e che ( anche se quello del Ministro non era tra gli indagati ) era venuto il momento di prendere provvedimenti: il giudice DEVE ESSERE trasferito. E cosi è stato...
Ministro Mastella.... MA CHE MERAVIGLIAAAAA!!
Qui la petizione : firmate... siamo gia' a 18 Mila
Appello per la Giustizia e la Legalità in Calabria Petition
Visitate anche i ragazzi di locri
http://www.ammazzatecitutti.org/il-movimento-2.php
a guardate che gli hanno organizzato al giudice De Magistris:
Leggendo qua e la credo di aver capito che alcuni colleghi del signor De Magistris, il giudice che si occupava delle indagini, hanno informato il ministro Mastella, o qualche collaboratore, che il nome suo e anche quella del capo del governo apparivano agli atti e che ( anche se quello del Ministro non era tra gli indagati ) era venuto il momento di prendere provvedimenti: il giudice DEVE ESSERE trasferito. E cosi è stato...
Ministro Mastella.... MA CHE MERAVIGLIAAAAA!!
Qui la petizione : firmate... siamo gia' a 18 Mila
Appello per la Giustizia e la Legalità in Calabria Petition
Visitate anche i ragazzi di locri
http://www.ammazzatecitutti.org/il-movimento-2.php
a guardate che gli hanno organizzato al giudice De Magistris:
giovedì 27 settembre 2007
Il massacro è cominciato in Birmania
Inutili e deboli le posizioni dei nostri paesi... l'ONU è tecnicamente inutile.. Cina e Russia hanno interessi troppo forti e per questo motivo non saranno presi provvedimenti di nessun genere contro il regime militare Birmano.
Libertà di stampa e di comunicazione sono stati tagliati... i militari sparano ad altezza uomo... cercando di colpire i giornalisti travestiti da turisti ( cosi dicono le fonti Birmane ) questo è chiaramente fatto : per cercare di coprire quanto più possibile il massacro di persone innocenti... chiudono gli internet point.. allontanano o arrestano quanti piu' report possibili... rastrellano i templi per catturare tutti i monaci che hanno dato via alla protesta... incarcerano intelletuali artisti... perchè sono loro che potrebbero guidare la protesta... nel frattempo nella televisione controllata dai militari fanno vedere musica... e chiedono di non partecipare alla protesta perchè illegale... NON FANNO VEDERE CHE STANNO MASSACRANDO SENZA VERGOGNA..
Altro articolo:
CooperazioneAgi
Articolo preso da
www.reppublica.it
ANGOON - Fonti ufficiali della giunta militare dicono nove morti, tra cui un fotografo giapponese, e un centinaio di feriti. Le voci che dalla capitale Rongoon riescono a superare divieti e censure, arresti, morte e black out forniscono numeri molto diversi. "Sparano nelle strade ad altezza uomo, chi riesce a vedere dai tetti dei palazzi parla di decine e decine di persone rimaste a terra" racconta un cooperante italiano contattato dall'agenzia Agi via e-mail. Decine e decine di morti, quindi, e destinati a restare senza nome. E poi centinaia di arresti. Nella notte passata sono stati rastrellati sei monasteri nei dintorni della capitale per un totale di almeno 850 monaci portati nelle carceri militari.
Ma stanno finendo in carcere anche artisti, letterati, attori, tutti coloro che possono coordinare, animare e trascinare la protesta come l'attore più famoso del paese e il poeta Aung Way. Rangoon, il vero nome della capitale della Birmania che i militari nel 1989 fecero diventare Yangon e Myanmar (Repubblica ha deciso di non utilizzare più i nomi militari): quando sta per calare la sera del decimo giorno di protesta, la tensione resta alta e la situazione drammatica.
"Sparano ad altezza uomo" - E' la testimonianza di un cooperante italiano che vive a Rangoon: "Il massacro è cominciato, i militari sparano ad altezza uomo sui manifestanti. Non sappiamo quanti siano rimasti a terra ma chi ha potuto vedere dall'alto dei palazzi parla di decine dedine di persone. I militari dai megafoni avvertono che sarà aperto il fuoco senza altri avvisi contro qualsiasi sbarramento". Questa, rilasciata all'agenzia Agi, la testimonianza più diretta da un paese molto al di là del coprifuoco. La repressione ha numeri che possiamo solo immaginare ma a cui possiamo collegare i volti impauriti, gli occhi persi, le teste rasate che si muovono in fretta, le tuniche color cannella e i piedi scalzi sotto la pioggia delle migliaia di monaci che dieci giorni fa hanno lasciato i conventi e sono scesi in strada per dire basta. Un migliaio di loro sono stati arrestati durante la notte, presi direttamenti dai monasteri e portati nelle carceri militari.
Spariti i monaci, oggi tocca ai civili - Dopo i rastrellamenti notturni stamani i monaci non sono stati visti nelle strade occupate invece dai civili, un passaggio di testimonianza e di lotta assai più che simbolico. Una folla è stata dispersa con gli spari dalle parti della pagoda di Sule, uno dei due fronti della protesta. Più avanti, nella giornata, i soldati hanno nuovamente sparato contro 10 mila manifestanti. Almeno cento sono stati arrestati.
Le cause della crisi - Quella della Birmania è una lunga storia di oppressione militare, almeno fin dal 1962 quando i militari presero il potere. Uno dei momenti pià drammatici è stato il 1988 quando la rivolta fu schiacciata con un bilancio di tremila morti. Questa volta, oltre alle ragioni di sempre, la causa della protesta è nell'aumento folle di beni di primo consumo come petrolio, diesel e gas naturale cresciuti dal 66% al 535%. Un aumento insopportabile per i livelli della popolazione birmana.
La repressione contro giornalisti e media - Un fotografo giapponese è stato ucciso durante gli incidenti nei pressi della pagoda di Sule. Il Giappone, per protesta, ha richiamato subito a Pechino il suo ambasciatore a Rangoon. La polizia militare gira nelle strade a bordo di camion, indossa grandi foulard gialli ed è in tenuta antisommossa. Sempre nella zona della pagoda di Sule la polizia ha fatto irruzione nell'hotel Traders a caccia di giornalisti "travestiti" da turisti. I pochi reporters presenti in Birmania prima che scoppiasse la protesta sono stati allontanati. Nessuno riesce più ad entrare e le testimonianze dirette di quello che sta accadendo sono sempre più scarse. I militari infatti stanno chiudendo gli internet point e tagliando le connessioni veloci.
Le accuse alla comunità internazionale - La situazione si complica anche a livello internazionale: nonostante le pressioni della maggior parte dei paesi, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non ha preso alcuna decisione contro il regime militare birmano per i veti di Russia e Cina, entrambi con interessi commerciali molto forti in Birmania e con il regime militare. E molti si chiedono: perchè finora, dopo anni di regime, non è stato fatto nulla? Perchè questa tolleranza?
Le sanzioni Usa - La Casa Bianca ha annunciato sanzioni contro i 14 membri della giunta militare, wquelle che non è stato possibile decidere a livello di Nazioni Unite pe ri veti di Cina e Russia. Il presidente Bush ha chiesto che "le nazioni che hanno influenza sulla Birmania facciano pressioni sulla giunta militare perchè cessi l'uso della forza". Un messaggio a Mosca e a Pechino che hanno impedito una decisione delle Nazioni Unite. La Casa Bianca ha ufficialmente annunciato che l'amministrazione americana d'ora in poi userà solo i nomi Birmania e Rangoon invece che Myanmar e Yangon imposti dalla dittattura militare.
Ma la protesta dei monaci cammina nel mondo - Carità e povertà: di questo vivono i 350 mila monaci buddisti birmani. Non hanno nulla, non temono nulla e per questo la loro protesta spaventa il regime. Si svegliano prima dell'alba, pregano, escono dai monasteri con la loro ciotola nera per chiedere offerte e poi tornano nei monasteri. Ora tutto il mondo li guarda e li ammira. E marcia con loro. L'Europa ha deciso sanzioni. In tante città, a cominciare da Roma, sono in corso manifestazioni e sit-in in cui la partecipazione è trasversale e bipartisan.
(27 settembre 2007)
Libertà di stampa e di comunicazione sono stati tagliati... i militari sparano ad altezza uomo... cercando di colpire i giornalisti travestiti da turisti ( cosi dicono le fonti Birmane ) questo è chiaramente fatto : per cercare di coprire quanto più possibile il massacro di persone innocenti... chiudono gli internet point.. allontanano o arrestano quanti piu' report possibili... rastrellano i templi per catturare tutti i monaci che hanno dato via alla protesta... incarcerano intelletuali artisti... perchè sono loro che potrebbero guidare la protesta... nel frattempo nella televisione controllata dai militari fanno vedere musica... e chiedono di non partecipare alla protesta perchè illegale... NON FANNO VEDERE CHE STANNO MASSACRANDO SENZA VERGOGNA..
Altro articolo:
CooperazioneAgi
Articolo preso da
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ANGOON - Fonti ufficiali della giunta militare dicono nove morti, tra cui un fotografo giapponese, e un centinaio di feriti. Le voci che dalla capitale Rongoon riescono a superare divieti e censure, arresti, morte e black out forniscono numeri molto diversi. "Sparano nelle strade ad altezza uomo, chi riesce a vedere dai tetti dei palazzi parla di decine e decine di persone rimaste a terra" racconta un cooperante italiano contattato dall'agenzia Agi via e-mail. Decine e decine di morti, quindi, e destinati a restare senza nome. E poi centinaia di arresti. Nella notte passata sono stati rastrellati sei monasteri nei dintorni della capitale per un totale di almeno 850 monaci portati nelle carceri militari.
Ma stanno finendo in carcere anche artisti, letterati, attori, tutti coloro che possono coordinare, animare e trascinare la protesta come l'attore più famoso del paese e il poeta Aung Way. Rangoon, il vero nome della capitale della Birmania che i militari nel 1989 fecero diventare Yangon e Myanmar (Repubblica ha deciso di non utilizzare più i nomi militari): quando sta per calare la sera del decimo giorno di protesta, la tensione resta alta e la situazione drammatica.
"Sparano ad altezza uomo" - E' la testimonianza di un cooperante italiano che vive a Rangoon: "Il massacro è cominciato, i militari sparano ad altezza uomo sui manifestanti. Non sappiamo quanti siano rimasti a terra ma chi ha potuto vedere dall'alto dei palazzi parla di decine dedine di persone. I militari dai megafoni avvertono che sarà aperto il fuoco senza altri avvisi contro qualsiasi sbarramento". Questa, rilasciata all'agenzia Agi, la testimonianza più diretta da un paese molto al di là del coprifuoco. La repressione ha numeri che possiamo solo immaginare ma a cui possiamo collegare i volti impauriti, gli occhi persi, le teste rasate che si muovono in fretta, le tuniche color cannella e i piedi scalzi sotto la pioggia delle migliaia di monaci che dieci giorni fa hanno lasciato i conventi e sono scesi in strada per dire basta. Un migliaio di loro sono stati arrestati durante la notte, presi direttamenti dai monasteri e portati nelle carceri militari.
Spariti i monaci, oggi tocca ai civili - Dopo i rastrellamenti notturni stamani i monaci non sono stati visti nelle strade occupate invece dai civili, un passaggio di testimonianza e di lotta assai più che simbolico. Una folla è stata dispersa con gli spari dalle parti della pagoda di Sule, uno dei due fronti della protesta. Più avanti, nella giornata, i soldati hanno nuovamente sparato contro 10 mila manifestanti. Almeno cento sono stati arrestati.
Le cause della crisi - Quella della Birmania è una lunga storia di oppressione militare, almeno fin dal 1962 quando i militari presero il potere. Uno dei momenti pià drammatici è stato il 1988 quando la rivolta fu schiacciata con un bilancio di tremila morti. Questa volta, oltre alle ragioni di sempre, la causa della protesta è nell'aumento folle di beni di primo consumo come petrolio, diesel e gas naturale cresciuti dal 66% al 535%. Un aumento insopportabile per i livelli della popolazione birmana.
La repressione contro giornalisti e media - Un fotografo giapponese è stato ucciso durante gli incidenti nei pressi della pagoda di Sule. Il Giappone, per protesta, ha richiamato subito a Pechino il suo ambasciatore a Rangoon. La polizia militare gira nelle strade a bordo di camion, indossa grandi foulard gialli ed è in tenuta antisommossa. Sempre nella zona della pagoda di Sule la polizia ha fatto irruzione nell'hotel Traders a caccia di giornalisti "travestiti" da turisti. I pochi reporters presenti in Birmania prima che scoppiasse la protesta sono stati allontanati. Nessuno riesce più ad entrare e le testimonianze dirette di quello che sta accadendo sono sempre più scarse. I militari infatti stanno chiudendo gli internet point e tagliando le connessioni veloci.
Le accuse alla comunità internazionale - La situazione si complica anche a livello internazionale: nonostante le pressioni della maggior parte dei paesi, il Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite non ha preso alcuna decisione contro il regime militare birmano per i veti di Russia e Cina, entrambi con interessi commerciali molto forti in Birmania e con il regime militare. E molti si chiedono: perchè finora, dopo anni di regime, non è stato fatto nulla? Perchè questa tolleranza?
Le sanzioni Usa - La Casa Bianca ha annunciato sanzioni contro i 14 membri della giunta militare, wquelle che non è stato possibile decidere a livello di Nazioni Unite pe ri veti di Cina e Russia. Il presidente Bush ha chiesto che "le nazioni che hanno influenza sulla Birmania facciano pressioni sulla giunta militare perchè cessi l'uso della forza". Un messaggio a Mosca e a Pechino che hanno impedito una decisione delle Nazioni Unite. La Casa Bianca ha ufficialmente annunciato che l'amministrazione americana d'ora in poi userà solo i nomi Birmania e Rangoon invece che Myanmar e Yangon imposti dalla dittattura militare.
Ma la protesta dei monaci cammina nel mondo - Carità e povertà: di questo vivono i 350 mila monaci buddisti birmani. Non hanno nulla, non temono nulla e per questo la loro protesta spaventa il regime. Si svegliano prima dell'alba, pregano, escono dai monasteri con la loro ciotola nera per chiedere offerte e poi tornano nei monasteri. Ora tutto il mondo li guarda e li ammira. E marcia con loro. L'Europa ha deciso sanzioni. In tante città, a cominciare da Roma, sono in corso manifestazioni e sit-in in cui la partecipazione è trasversale e bipartisan.
(27 settembre 2007)
martedì 25 settembre 2007
i costi della falsa politica aumentano
Riporto un articolo trovato su IL CORRIERE DELLA SERA
I costi della politica salgono ancora
La Casta promette e non mantiene
In soli tre anni i costi di Montecitorio saranno aumentati del 9,2% con un aggravio sulle casse pubbliche di 92 milioni di euro
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L'aula della Camera a Montecitorio (Eidon)
L'aula della Camera a Montecitorio (Eidon)
Cosa deve accadere, perché capiscano? Devono esplodere il Vesuvio, fallire l'Alitalia, rinsecchirsi il Po, crollare la Borsa, chiudere gli Uffizi, dichiarare bancarotta la Ferrari? Ecco la domanda che si stanno facendo molti cittadini italiani. Stupefatti dalla reazione di una «casta» che, nel pieno di polemiche roventi intorno a quanto la politica costa e quanto restituisce, pare ispirarsi a un antico adagio siciliano: «Calati juncu ca passa a china», abbassati giunco, finché passa la piena. Un giorno o l'altro la gente si rassegnerà...
Non sono bastati infatti mesi di discussioni su certi privilegi insopportabili di quanti governano a livello nazionale o locale, decine di titoli a tutta pagina di quotidiani e settimanali, ore e ore di infuocati dibattiti televisivi, code mai viste nelle librerie di lettori affamati di volumi che li aiutassero a capire. Non è bastata la sbalorditiva rimonta nella raccolta delle firme del referendum elettorale che dopo essere partita maluccio è arrivata in porto trionfalmente. Non sono bastate le piazze stracolme intorno a Beppe Grillo e le centinaia di migliaia di sottoscrizioni alle sue proposte di legge di iniziativa popolare.
Macché: non vogliono capire. Non tutti, certo. Ma in troppi non vogliono proprio capire. Lo dimostra, ad esempio, il bilancio appena varato della Camera dei deputati. Dove una cosa spicca su tutte: dopo tante dichiarazioni di buona volontà e pensosi inviti a rifiutare ogni tesi precostituita e sospirate ammissioni che alcuni «benefit » erano proprio indifendibili e solenni impegni a tagliare, le spese sono cresciute ancora. E ben oltre l'inflazione. Il palazzo presieduto da Fausto Bertinotti era costato nel 2006, quando i primi mesi erano stati gestiti dalla destra, 981.020.000 euro: quest'anno, alla faccia di quanti sostenevano che tutta la colpa fosse della maggioranza berlusconiana che aveva lasciato una «macchina » spendacciona, ne costerà 1.011.505.000. Con un aumento del 3,11 per cento: il doppio dell'inflazione.
GLI STIPENDI E GLI AFFITTI - Non basta. Nel 2008, stando alle previsioni del bilancio triennale, queste spese che già hanno sfondato (prima volta) la quota-choc di un miliardo di euro, cresceranno ancora. Fino a 1.032.670.000. Per impennarsi ulteriormente nel 2009 fino alla cifra sbalorditiva di 1.073.755.000. Sintesi finale: in soli tre anni i costi di Montecitorio, dopo tutto il diluvio di belle parole spese per arginare l'irritazione popolare, saranno aumentati del 9,2%. Con un aggravio sulle pubbliche casse di 92 milioni di euro in più rispetto al 2006.
Ricordate cosa avevano assicurato, per arginare la mareggiata di contestazioni, a proposito dello stipendio dei deputati? Che l'indennità, che stando alla politica degli annunci è già stata tagliata un mucchio di volte, sarebbe calata. Falso: costerà il 2,77 per cento in più: un punto abbondante oltre l'inflazione. E i vitalizi? Il 2,93 per cento in più. Per non dire delle retribuzioni del personale. Avete presente la denuncia dell'Espresso sulle buste paga dei dipendenti delle Camere? La scandalosa scoperta che un barbiere del Senato può arrivare a 133 mila euro lordi l'anno e cioè 36 mila euro più del Lord Chamberlain della monarchia inglese? Che un ragioniere della Camera può arrivare a 238 mila, cioè circa ventimila euro più dell'appannaggio del presidente della Repubblica? Bene: stando al bilancio di Montecitorio, il monte-paghe del personale costerà nell'anno in corso il 3,73 per cento in più.
Oltre il doppio dell'inflazione.
Quanto agli affitti per i palazzi a disposizione (insieme col Senato la Camera è arrivata, tra immobili di proprietà e in locazione, a 46) sono cresciuti del 6,6%: il quadruplo dell'inflazione. Eppure non è neppure questo il record. I traslochi e il «facchinaggio» erano costati nel 2006 la bellezza di 1.255.000 euro, con un rincaro di 45.000 euro sul 2005. Dissero: «Si è dovuta tenere in giusta considerazione la spesa aggiuntiva» dovuta alle «esigenze inevitabili nel corso del cambio di una legislatura ». Può darsi. Ma allora a cosa è dovuta quest'anno l'ulteriore aggiunta di altri 100 mila euro, pari a un aumento di oltre l'8 per cento? Siamo entrati, senza saperlo, in una nuova legislatura?
LE SPESE PER I VIAGGI - Quanto ai viaggi, le polemiche sull'uso spropositato degli aerei di Stato prima nell'era berlusconiana e poi nell'era unionista, sono scivolate via come acqua. Basti dire che le spese di trasporto, alla Camera, aumentano del 31,82%. Diranno: è perché da questa legislatura ci sono 12 deputati degli Italiani all'estero che devono tenere i rapporti con i nostri elettori emigrati. Costoso ma giusto. Tesi inesatta. È vero che 1.450.000 euro (121 mila per ogni parlamentare) se ne vanno in «trasporti aerei circoscrizione estero». Ma il costo complessivo dei viaggi aerei, al di là del via vai di questa pattuglia di deputati «esteri», salirà da 6 milioni a 7 milioni 550 mila. Un'impennata sconcertante.
Ma mai quanto quella dei costi dei gruppi parlamentari. La regola sarebbe chiara: si può dar vita a un gruppo parlamentare se si hanno almeno 20 deputati. Su questa base, all'inizio della legislatura avrebbero dovuto essere otto. Ma grazie alle deleghe concesse dal subcomandante Fausto sono saliti via via a quattordici. Con una moltiplicazione delle sedi (che ha costretto a prendere in affitto nuovi uffici nonostante i deputati potessero già contare su spazi procapite per 323 metri quadri), delle segreterie (più 12,3% sul 2006), delle spese varie. Al punto che i contributi ai gruppi, che nel 2005 erano pari a 28 milioni 700 mila euro e nel 2006 erano già saliti a quasi 33, sono cresciuti ancora fino a 34.300.000 euro. Cioè quasi 14 in più rispetto a sette anni fa. Il che vuol dire che nel quinquennio berlusconiano e in questa successiva stagione unionista, il peso di questi gruppi sulle pubbliche casse è cresciuto del 67,4 per cento.
DEMOCRAZIA E ANTIPOLITICA - Tutti «costi della democrazia»? Pedaggi obbligatori che altri paesi non pagano (non così, non così!) ma che gli italiani dovrebbero essere felici di versare per tenersi stretti «questo» sistema parlamentare, «questa» macchina pubblica, «questi» governi statali, regionali, provinciali, comunali che i loro protagonisti presentano, facendo il verso al «Candido» voltairiano, come il migliore dei mondi possibili? Tutti costi impossibili da ridurre al punto che il bilancio della Camera prevede già di costare come prima e più di prima anche negli anni a venire a dispetto di ogni dubbio e di ogni critica? Dice la storia che la Regina Elisabetta, invitata dal governo inglese a tagliare, ha preso così sul serio questo impegno che la spesa pubblica per la Corona è scesa dai 132 milioni di euro del 1991-1992 a meno di 57 milioni.
Eppure, guai a ricordarlo. C'è subito chi è pronto a levare l'indice ammonitore: attenti a non titillare l'antipolitica, attenti a non gonfiare il qualunquismo, attenti a non fare della demagogia. Ne sappiamo qualcosa noi, ne sa qualcosa chiunque in questi mesi ha rilanciato con forza alcune denunce, ne sa qualcosa Beppe Grillo. Ma certo, non tutto quello che ha detto il «giullare- à-penser» genovese può essere condiviso. Dall'invettiva del «Vaffanculo Day» lanciata in un Paese che ha bisogno come dell'ossigeno di un linguaggio più sobrio fino all'appoggio alle tentazioni di rivolta fiscale. Un acerrimo avversario dello Stato italiano come Sylvius Magnago, straordinario protagonista di durissimi scontri in difesa dei sudtirolesi di lingua tedesca, lo ha spiegato benissimo sottolineando di sentirsi «un patriota austriaco ma un cittadino italiano»: «prima» si devono pagare le tasse, «poi» si può dare battaglia.
Ma quale autorevolezza hanno per liquidare Grillo quanti per anni e anni non sono riusciti a dimostrare la volontà, la capacità, la credibilità, la forza per cambiare sul serio questo Paese? L'Umberto Bossi che intima a Grillo che «occorre stare attenti a non esagerare» non è forse lo stesso Bossi che diceva che «il Vaticano è il vero nemico che le camicie verdi affogheranno nel water della storia»? Gerardo Bianco che al Grillo che vorrebbe un limite massimo di due legislature risponde dicendo che «non bisogna seguire la piazza a rimorchio di istrioni della suburra» non è lo stesso che siede in Parlamento dal 1968? E il Massimo D'Alema che liquida gli attacchi di Grillo ai partiti dicendo che per sua esperienza «se si eliminano i partiti politici dopo arrivano i militari e governano i banchieri» non è lo stesso che nei giorni pari dice che «la politica rischia di essere travolta come nel 1992» e nei dispari che «i costi della politica sono un'invenzione di giornalisti sfaccendati»?
E la destra che, Udc a parte, ha firmato col proprio questore il bilancio della Camera e poi si è rifiutata di votarlo nella speranza di cavalcare la tigre, non è quella stessa destra che governava con una maggioranza larghissima nei cinque anni in cui le spese delle principali istituzioni pubbliche sono cresciute di quasi il 24 per cento oltre l'inflazione? Per quel po' di esperienza che abbiamo fatto in questi mesi dopo l'uscita del nostro libro, incontrando diverse migliaia di persone, ci andremmo molto cauti, prima di liquidare l'insofferenza di milioni di cittadini, confermata inequivocabilmente dai sondaggi e dalle analisi di Ilvo Diamanti, come «tentazioni antipolitiche». Noi abbiamo visto piuttosto crescere una nuova consapevolezza. Quella che «prima» del legittimo diritto di ognuno di noi di sentirsi di destra o di sinistra, abbiamo tutti insieme un problema: una politica che ha allagato la società. E che, come dimostra il dibattito di queste settimane, non ha la forza non solo per risolvere i problemi ma neppure per metterli sul tavolo.
BILANCI TRASPARENTI - È «antipolitico» chiedere come mai non vengono neppure ipotizzati l'abolizione delle province o l'accorpamento dei piccoli comuni? Che tutte le amministrazioni pubbliche siano obbligate a fare bilanci trasparenti dove «acquisto carta da fax» si chiami «acquisto carta da fax» e «noleggio aerei privati» si chiami «noleggio aerei privati» così da spazzare via tanti bilanci fatti così proprio per essere illeggibili? Che anche il Quirinale metta in Internet il dettaglio delle proprie spese come Buckingham Palace? Che venga rimossa quella specie di «scala mobile» dell'indennità dei parlamentari ipocritamente legata a quella dei magistrati due decenni abbondanti dopo l'abolizione del meccanismo per tutti gli altri italiani? Insomma: viva le istituzioni, viva il Parlamento, viva i partiti. Però diversi: diversi. E soprattutto: è antipolitico chiedere che certi politici italiani la smettano di essere così presuntuosi da pretendere di identificarsi automaticamente con la Democrazia?
Sergio Rizzo
Gian Antonio Stella
24 settembre 2007
I costi della politica salgono ancora
La Casta promette e non mantiene
In soli tre anni i costi di Montecitorio saranno aumentati del 9,2% con un aggravio sulle casse pubbliche di 92 milioni di euro
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L'aula della Camera a Montecitorio (Eidon)
L'aula della Camera a Montecitorio (Eidon)
Cosa deve accadere, perché capiscano? Devono esplodere il Vesuvio, fallire l'Alitalia, rinsecchirsi il Po, crollare la Borsa, chiudere gli Uffizi, dichiarare bancarotta la Ferrari? Ecco la domanda che si stanno facendo molti cittadini italiani. Stupefatti dalla reazione di una «casta» che, nel pieno di polemiche roventi intorno a quanto la politica costa e quanto restituisce, pare ispirarsi a un antico adagio siciliano: «Calati juncu ca passa a china», abbassati giunco, finché passa la piena. Un giorno o l'altro la gente si rassegnerà...
Non sono bastati infatti mesi di discussioni su certi privilegi insopportabili di quanti governano a livello nazionale o locale, decine di titoli a tutta pagina di quotidiani e settimanali, ore e ore di infuocati dibattiti televisivi, code mai viste nelle librerie di lettori affamati di volumi che li aiutassero a capire. Non è bastata la sbalorditiva rimonta nella raccolta delle firme del referendum elettorale che dopo essere partita maluccio è arrivata in porto trionfalmente. Non sono bastate le piazze stracolme intorno a Beppe Grillo e le centinaia di migliaia di sottoscrizioni alle sue proposte di legge di iniziativa popolare.
Macché: non vogliono capire. Non tutti, certo. Ma in troppi non vogliono proprio capire. Lo dimostra, ad esempio, il bilancio appena varato della Camera dei deputati. Dove una cosa spicca su tutte: dopo tante dichiarazioni di buona volontà e pensosi inviti a rifiutare ogni tesi precostituita e sospirate ammissioni che alcuni «benefit » erano proprio indifendibili e solenni impegni a tagliare, le spese sono cresciute ancora. E ben oltre l'inflazione. Il palazzo presieduto da Fausto Bertinotti era costato nel 2006, quando i primi mesi erano stati gestiti dalla destra, 981.020.000 euro: quest'anno, alla faccia di quanti sostenevano che tutta la colpa fosse della maggioranza berlusconiana che aveva lasciato una «macchina » spendacciona, ne costerà 1.011.505.000. Con un aumento del 3,11 per cento: il doppio dell'inflazione.
GLI STIPENDI E GLI AFFITTI - Non basta. Nel 2008, stando alle previsioni del bilancio triennale, queste spese che già hanno sfondato (prima volta) la quota-choc di un miliardo di euro, cresceranno ancora. Fino a 1.032.670.000. Per impennarsi ulteriormente nel 2009 fino alla cifra sbalorditiva di 1.073.755.000. Sintesi finale: in soli tre anni i costi di Montecitorio, dopo tutto il diluvio di belle parole spese per arginare l'irritazione popolare, saranno aumentati del 9,2%. Con un aggravio sulle pubbliche casse di 92 milioni di euro in più rispetto al 2006.
Ricordate cosa avevano assicurato, per arginare la mareggiata di contestazioni, a proposito dello stipendio dei deputati? Che l'indennità, che stando alla politica degli annunci è già stata tagliata un mucchio di volte, sarebbe calata. Falso: costerà il 2,77 per cento in più: un punto abbondante oltre l'inflazione. E i vitalizi? Il 2,93 per cento in più. Per non dire delle retribuzioni del personale. Avete presente la denuncia dell'Espresso sulle buste paga dei dipendenti delle Camere? La scandalosa scoperta che un barbiere del Senato può arrivare a 133 mila euro lordi l'anno e cioè 36 mila euro più del Lord Chamberlain della monarchia inglese? Che un ragioniere della Camera può arrivare a 238 mila, cioè circa ventimila euro più dell'appannaggio del presidente della Repubblica? Bene: stando al bilancio di Montecitorio, il monte-paghe del personale costerà nell'anno in corso il 3,73 per cento in più.
Oltre il doppio dell'inflazione.
Quanto agli affitti per i palazzi a disposizione (insieme col Senato la Camera è arrivata, tra immobili di proprietà e in locazione, a 46) sono cresciuti del 6,6%: il quadruplo dell'inflazione. Eppure non è neppure questo il record. I traslochi e il «facchinaggio» erano costati nel 2006 la bellezza di 1.255.000 euro, con un rincaro di 45.000 euro sul 2005. Dissero: «Si è dovuta tenere in giusta considerazione la spesa aggiuntiva» dovuta alle «esigenze inevitabili nel corso del cambio di una legislatura ». Può darsi. Ma allora a cosa è dovuta quest'anno l'ulteriore aggiunta di altri 100 mila euro, pari a un aumento di oltre l'8 per cento? Siamo entrati, senza saperlo, in una nuova legislatura?
LE SPESE PER I VIAGGI - Quanto ai viaggi, le polemiche sull'uso spropositato degli aerei di Stato prima nell'era berlusconiana e poi nell'era unionista, sono scivolate via come acqua. Basti dire che le spese di trasporto, alla Camera, aumentano del 31,82%. Diranno: è perché da questa legislatura ci sono 12 deputati degli Italiani all'estero che devono tenere i rapporti con i nostri elettori emigrati. Costoso ma giusto. Tesi inesatta. È vero che 1.450.000 euro (121 mila per ogni parlamentare) se ne vanno in «trasporti aerei circoscrizione estero». Ma il costo complessivo dei viaggi aerei, al di là del via vai di questa pattuglia di deputati «esteri», salirà da 6 milioni a 7 milioni 550 mila. Un'impennata sconcertante.
Ma mai quanto quella dei costi dei gruppi parlamentari. La regola sarebbe chiara: si può dar vita a un gruppo parlamentare se si hanno almeno 20 deputati. Su questa base, all'inizio della legislatura avrebbero dovuto essere otto. Ma grazie alle deleghe concesse dal subcomandante Fausto sono saliti via via a quattordici. Con una moltiplicazione delle sedi (che ha costretto a prendere in affitto nuovi uffici nonostante i deputati potessero già contare su spazi procapite per 323 metri quadri), delle segreterie (più 12,3% sul 2006), delle spese varie. Al punto che i contributi ai gruppi, che nel 2005 erano pari a 28 milioni 700 mila euro e nel 2006 erano già saliti a quasi 33, sono cresciuti ancora fino a 34.300.000 euro. Cioè quasi 14 in più rispetto a sette anni fa. Il che vuol dire che nel quinquennio berlusconiano e in questa successiva stagione unionista, il peso di questi gruppi sulle pubbliche casse è cresciuto del 67,4 per cento.
DEMOCRAZIA E ANTIPOLITICA - Tutti «costi della democrazia»? Pedaggi obbligatori che altri paesi non pagano (non così, non così!) ma che gli italiani dovrebbero essere felici di versare per tenersi stretti «questo» sistema parlamentare, «questa» macchina pubblica, «questi» governi statali, regionali, provinciali, comunali che i loro protagonisti presentano, facendo il verso al «Candido» voltairiano, come il migliore dei mondi possibili? Tutti costi impossibili da ridurre al punto che il bilancio della Camera prevede già di costare come prima e più di prima anche negli anni a venire a dispetto di ogni dubbio e di ogni critica? Dice la storia che la Regina Elisabetta, invitata dal governo inglese a tagliare, ha preso così sul serio questo impegno che la spesa pubblica per la Corona è scesa dai 132 milioni di euro del 1991-1992 a meno di 57 milioni.
Eppure, guai a ricordarlo. C'è subito chi è pronto a levare l'indice ammonitore: attenti a non titillare l'antipolitica, attenti a non gonfiare il qualunquismo, attenti a non fare della demagogia. Ne sappiamo qualcosa noi, ne sa qualcosa chiunque in questi mesi ha rilanciato con forza alcune denunce, ne sa qualcosa Beppe Grillo. Ma certo, non tutto quello che ha detto il «giullare- à-penser» genovese può essere condiviso. Dall'invettiva del «Vaffanculo Day» lanciata in un Paese che ha bisogno come dell'ossigeno di un linguaggio più sobrio fino all'appoggio alle tentazioni di rivolta fiscale. Un acerrimo avversario dello Stato italiano come Sylvius Magnago, straordinario protagonista di durissimi scontri in difesa dei sudtirolesi di lingua tedesca, lo ha spiegato benissimo sottolineando di sentirsi «un patriota austriaco ma un cittadino italiano»: «prima» si devono pagare le tasse, «poi» si può dare battaglia.
Ma quale autorevolezza hanno per liquidare Grillo quanti per anni e anni non sono riusciti a dimostrare la volontà, la capacità, la credibilità, la forza per cambiare sul serio questo Paese? L'Umberto Bossi che intima a Grillo che «occorre stare attenti a non esagerare» non è forse lo stesso Bossi che diceva che «il Vaticano è il vero nemico che le camicie verdi affogheranno nel water della storia»? Gerardo Bianco che al Grillo che vorrebbe un limite massimo di due legislature risponde dicendo che «non bisogna seguire la piazza a rimorchio di istrioni della suburra» non è lo stesso che siede in Parlamento dal 1968? E il Massimo D'Alema che liquida gli attacchi di Grillo ai partiti dicendo che per sua esperienza «se si eliminano i partiti politici dopo arrivano i militari e governano i banchieri» non è lo stesso che nei giorni pari dice che «la politica rischia di essere travolta come nel 1992» e nei dispari che «i costi della politica sono un'invenzione di giornalisti sfaccendati»?
E la destra che, Udc a parte, ha firmato col proprio questore il bilancio della Camera e poi si è rifiutata di votarlo nella speranza di cavalcare la tigre, non è quella stessa destra che governava con una maggioranza larghissima nei cinque anni in cui le spese delle principali istituzioni pubbliche sono cresciute di quasi il 24 per cento oltre l'inflazione? Per quel po' di esperienza che abbiamo fatto in questi mesi dopo l'uscita del nostro libro, incontrando diverse migliaia di persone, ci andremmo molto cauti, prima di liquidare l'insofferenza di milioni di cittadini, confermata inequivocabilmente dai sondaggi e dalle analisi di Ilvo Diamanti, come «tentazioni antipolitiche». Noi abbiamo visto piuttosto crescere una nuova consapevolezza. Quella che «prima» del legittimo diritto di ognuno di noi di sentirsi di destra o di sinistra, abbiamo tutti insieme un problema: una politica che ha allagato la società. E che, come dimostra il dibattito di queste settimane, non ha la forza non solo per risolvere i problemi ma neppure per metterli sul tavolo.
BILANCI TRASPARENTI - È «antipolitico» chiedere come mai non vengono neppure ipotizzati l'abolizione delle province o l'accorpamento dei piccoli comuni? Che tutte le amministrazioni pubbliche siano obbligate a fare bilanci trasparenti dove «acquisto carta da fax» si chiami «acquisto carta da fax» e «noleggio aerei privati» si chiami «noleggio aerei privati» così da spazzare via tanti bilanci fatti così proprio per essere illeggibili? Che anche il Quirinale metta in Internet il dettaglio delle proprie spese come Buckingham Palace? Che venga rimossa quella specie di «scala mobile» dell'indennità dei parlamentari ipocritamente legata a quella dei magistrati due decenni abbondanti dopo l'abolizione del meccanismo per tutti gli altri italiani? Insomma: viva le istituzioni, viva il Parlamento, viva i partiti. Però diversi: diversi. E soprattutto: è antipolitico chiedere che certi politici italiani la smettano di essere così presuntuosi da pretendere di identificarsi automaticamente con la Democrazia?
Sergio Rizzo
Gian Antonio Stella
24 settembre 2007
Aung San Suu Kyi

Questa bella signora si chiama Aung San suu Kyi: di questa persona non posso che ammirare la potenza e il vigore della sua volontà e il suo immenso spirito di sacrificio...
Anno 1988 gli studenti sono in manifestazione con il governo dittatoriale di Ne Win, stanchi del regime comunista e antiliberale che stritola il paese da 26 anni. La rivolta è repressa nel sangue... l'esercito spara sugli inermi studenti massacrandone migliaia. Il generale si dimette... sale un governo di transizione. Si preparano le elezioni, che avvengono nel 1989... ( prime elezioni libere dopo 30 anni ) viene eletto il partito NLD (Lega Nazionale per la Democrazia ) a cui capo c'è Aung San Suu Kyi... ma il governo di transizione spalleggiato dall'esercito, che comandato dal generale Saw Maung, si rifiuta di cedere il potere e rovescia l'assemblea. Ritorna la dittatura.... Aung San suu Kyi è arrestata... cosi come altri esponenti del suo partito.
Da anni Aung San suu Kyi è agli arresti domiciliari... che non le vengono revocati proprio perchè scomodo esponente politico Birmano.
Adesso la birmania è nuovamente in rivolta... un fiume di persone si riversa sulle strade... tra cui 10.000 monaci che chiedono al governo di andarsene... chiedono libertà...
C'è paura... il governo potrebbe reprimere nuovamente la manifestazione pacifica nel sangue... come nel 1988.
Notizie piu' approfondite a questi:
ArticoloDa ReutersItalia
http://www.lastampa.it
La foto è presa da Wikipedia.
wiki Birmania
wiki Aung San Suu Kyi
domenica 23 settembre 2007
No al pizzo! No alla mafia!
Apprendo dal Mett-up di Catania-Beppe-Grillo che la facoltà di lettere, nel suo sito, ha un banner da 2 settimane per ricordare l'imprenditore Andrea Vecchio che ha subito indimidazioni ( e 3 attentati ) da parte della mafia....

qui Copio un articolo di la sicilia www.lasicilia.it
Catania tutela l'imprenditore taglieggiato
CATANIA - Sorveglianza armata dei cantieri edili e scorta personale: sono queste le decisioni prese dal comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica catanese per tutelare Andrea Vecchio, 67 anni, presidente dell'Associazione costruttori edili provinciale che ieri ha subito il terzo attentato in tre giorni: un altro escavatore incendiato nel cantiere catanese. Il titolare della Cosedil sarà sempre seguito da un carabiniere perchè, ha detto il prefetto Annamaria Cancellieri Peluso "è molto esposto".
"Quello che è accaduto nei cantieri dell'imprenditore - ha aggiunto il prefetto - è una vicenda seria e questi sono fatti che destano molta preoccupazione e per questo meritano massima attenzione e impegno".
Ci sono voluti tre attentati consecutivi e diverse richieste di pizzo per attivare la protezione. "Non è possibile andare avanti così. Basta, chiudiamo. Questo è un attacco contro lo Stato; un'altra impresa, nelle mie condizioni, non denuncerà più, pagherà e comprerà la serenità", dice Vecchio che aggiunge: "Pensavo che dopo i primi due attentati ci sarebbe stata una maggiore attenzione nei confronti della mia vicenda. Non dico che le forze dell'ordine non hanno lavorato ma si procede con una lentezza pachidermica".
Il sindaco di Catania Umberto Scapagnini e l'assessore comunale ai Lavori pubblici Filippo Drago hanno incontrato l'imprenditore nel cantiere dove il costruttore ha subito due dei tre attentati. "Siamo qui - ha detto il sindaco - per ribadire il nostro appoggio e la nostra collaborazione e il fatto che l'amministrazione della città è strettamente vicina a tutti coloro che si oppongono alla criminalità ed è un dovere esserci affinchè questi cantieri non diventino bersagli della malavita. Sicuramente, in un eventuale processo penale, ci costituiremo parte civile".
Per il segretario generale di Alleanza siciliana, l'europarlamentare Nello Musumeci "sono decine gli imprenditori che ogni giorno subiscono minacce e stanno in silenzio, perchè non hanno fiducia nelle istituzioni", "se la mafia fa paura, lo Stato deve fare più paura". Anche il governatore Totò Cuffaro, in pellegrinaggio verso Santiago de Compostela, in Spagna, interviene con un appello "alla sensibilità del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e del premier Romano Prodi affinchè siano attivate azioni concrete contro l'oppressione della criminalità organizzata".
Il presidente della Regione ha parlato al telefono con Vecchio: "L' ho rassicurato: il governo regionale è al suo fianco in questa battaglia. Gli ho anche anticipato che al mio rientro andrò a visitare i suoi cantieri per dare un segnale chiaro e inequivocabile dell'impegno delle istituzioni in questo percorso di legalità".
30/08/2007
Ci tenevo a precisare che il Sindaco di Catania Scapagnini adesso è indagato per illeciti nella costruzione dei nuovi parcheggi sotterranei....
Sicuramente non è un bell'esempio di virtù.... e se proprio vogliamo dirla tutta ho idea che a lui freghi molto poco della legalità...
Esporrò anche io il banner di addio pizzo è aggiungero' il sito ai preferiti...

qui Copio un articolo di la sicilia www.lasicilia.it
Catania tutela l'imprenditore taglieggiato
CATANIA - Sorveglianza armata dei cantieri edili e scorta personale: sono queste le decisioni prese dal comitato per l'ordine e la sicurezza pubblica catanese per tutelare Andrea Vecchio, 67 anni, presidente dell'Associazione costruttori edili provinciale che ieri ha subito il terzo attentato in tre giorni: un altro escavatore incendiato nel cantiere catanese. Il titolare della Cosedil sarà sempre seguito da un carabiniere perchè, ha detto il prefetto Annamaria Cancellieri Peluso "è molto esposto".
"Quello che è accaduto nei cantieri dell'imprenditore - ha aggiunto il prefetto - è una vicenda seria e questi sono fatti che destano molta preoccupazione e per questo meritano massima attenzione e impegno".
Ci sono voluti tre attentati consecutivi e diverse richieste di pizzo per attivare la protezione. "Non è possibile andare avanti così. Basta, chiudiamo. Questo è un attacco contro lo Stato; un'altra impresa, nelle mie condizioni, non denuncerà più, pagherà e comprerà la serenità", dice Vecchio che aggiunge: "Pensavo che dopo i primi due attentati ci sarebbe stata una maggiore attenzione nei confronti della mia vicenda. Non dico che le forze dell'ordine non hanno lavorato ma si procede con una lentezza pachidermica".
Il sindaco di Catania Umberto Scapagnini e l'assessore comunale ai Lavori pubblici Filippo Drago hanno incontrato l'imprenditore nel cantiere dove il costruttore ha subito due dei tre attentati. "Siamo qui - ha detto il sindaco - per ribadire il nostro appoggio e la nostra collaborazione e il fatto che l'amministrazione della città è strettamente vicina a tutti coloro che si oppongono alla criminalità ed è un dovere esserci affinchè questi cantieri non diventino bersagli della malavita. Sicuramente, in un eventuale processo penale, ci costituiremo parte civile".
Per il segretario generale di Alleanza siciliana, l'europarlamentare Nello Musumeci "sono decine gli imprenditori che ogni giorno subiscono minacce e stanno in silenzio, perchè non hanno fiducia nelle istituzioni", "se la mafia fa paura, lo Stato deve fare più paura". Anche il governatore Totò Cuffaro, in pellegrinaggio verso Santiago de Compostela, in Spagna, interviene con un appello "alla sensibilità del presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano e del premier Romano Prodi affinchè siano attivate azioni concrete contro l'oppressione della criminalità organizzata".
Il presidente della Regione ha parlato al telefono con Vecchio: "L' ho rassicurato: il governo regionale è al suo fianco in questa battaglia. Gli ho anche anticipato che al mio rientro andrò a visitare i suoi cantieri per dare un segnale chiaro e inequivocabile dell'impegno delle istituzioni in questo percorso di legalità".
30/08/2007
Ci tenevo a precisare che il Sindaco di Catania Scapagnini adesso è indagato per illeciti nella costruzione dei nuovi parcheggi sotterranei....
Sicuramente non è un bell'esempio di virtù.... e se proprio vogliamo dirla tutta ho idea che a lui freghi molto poco della legalità...
Esporrò anche io il banner di addio pizzo è aggiungero' il sito ai preferiti...
venerdì 21 settembre 2007
Un PIRATA! No, un deputato!
Articolo preso da la Repubblica:
Ho solo un commento da fare: questo e' niente di quello che sono capaci di fare quelli della cosca!
Articolo La repubblica
Ho solo un commento da fare: questo e' niente di quello che sono capaci di fare quelli della cosca!
Articolo La repubblica
domenica 16 settembre 2007
Era il V-Day e sarà sempre V-DAY
notavo una cosa nei giorni antecedenti al v-day...
La tv, quindi: Rai1,Rai2,Rai3, Canale5, Italia1 etc... non ne hanno parlato... come mai?
Risposta logica: non hanno voluto fare pubblicità al V-DAY.
faccio un breve zapping sui canali nazionali.. e ToH! guarda... Il topo ragno che piscia in bocca al suo padrone... Canale5! BRAVI...
Il tizio che tenta di schiantarsi in vespa... 10 persone su un motorino... certo.. SU Italia1! Ma guai se si dovesse parlare di V-day.. di parlamento pulito...
Qualche giorno dopo: incomincio a vedere qualcosa i giornalisti parlano del v-day! MERAVIGLIA!
Poi alzo il volume della tv... e scopro che in alcune interviste fatte ai politici questi ne parlano male: la chiamano ANTIPOLITICA... additano Grillo come aizzatore di folle... che la manifestazione è un "inutile carica di violenza" VIOLENZA!??!?! CHE!??!?! MA SIETE PAZZI!
Apprendo questa cosa non solo dalle Tv nazionali.. ma a quanto pare anche Beppe ha notato questa cosa:
www.beppegrillo.it
Qui una cosa è chiara: l'informazione non esiste... è in mano a pochi... che la usano a loro piacere...
La cosa divertente.... che dopo 320 mila firme per depositare la legge... comincio a capire che i politici hanno capito che la gente è stanca dei loro privilegi.. stanca di vedere aumenti... stanca e grida BASTA!
La tv, quindi: Rai1,Rai2,Rai3, Canale5, Italia1 etc... non ne hanno parlato... come mai?
Risposta logica: non hanno voluto fare pubblicità al V-DAY.
faccio un breve zapping sui canali nazionali.. e ToH! guarda... Il topo ragno che piscia in bocca al suo padrone... Canale5! BRAVI...
Il tizio che tenta di schiantarsi in vespa... 10 persone su un motorino... certo.. SU Italia1! Ma guai se si dovesse parlare di V-day.. di parlamento pulito...
Qualche giorno dopo: incomincio a vedere qualcosa i giornalisti parlano del v-day! MERAVIGLIA!
Poi alzo il volume della tv... e scopro che in alcune interviste fatte ai politici questi ne parlano male: la chiamano ANTIPOLITICA... additano Grillo come aizzatore di folle... che la manifestazione è un "inutile carica di violenza" VIOLENZA!??!?! CHE!??!?! MA SIETE PAZZI!
Apprendo questa cosa non solo dalle Tv nazionali.. ma a quanto pare anche Beppe ha notato questa cosa:
www.beppegrillo.it
Qui una cosa è chiara: l'informazione non esiste... è in mano a pochi... che la usano a loro piacere...
La cosa divertente.... che dopo 320 mila firme per depositare la legge... comincio a capire che i politici hanno capito che la gente è stanca dei loro privilegi.. stanca di vedere aumenti... stanca e grida BASTA!
Europa7
Ho appreso dal blog di beppe Grillo:
qui l'articolo
QUI
che finalmente Europa7 ha avuto giustizia... o almeno moralmente ( visto che la giustizia italiana è inesistente). L'avvocato della corta di giustizia europea ha condannato la legge Gasparri e riconosciuto i diritti di europa7.
Senza offesa per l'avvocato... ma mica ci voleva uno scienzato per questa cosa? Mi chiedo i nostri di avvocati e politici CHE COSA STANNO FACENDO? DORMONO?
Qualcuno si chiederà e cosa è Europa7 ? E' una rete televisiva... che non puo' trasmettere sulle frequenze nazionali perchè rete4 la rete, che 8 anni doveva lasciare quelle frequenze, occupa abusivamente quelle frequenze. In quel periodo c'era al governo Dalema, poi Amato... Berlusconi... tutti pronti a infischiarsene dei diritti di EUROPA7....
ecco un video che fa un sunto:
Europra7 reclama le frequenze che sono SUE... ma non gli vengono date! ASSURDO! Per quanto mi riguarda si puo' fare il Europa7-day
Qui Francesco Di Stefano spiega anche lui come è combinata europa7.
qui l'articolo
QUI
che finalmente Europa7 ha avuto giustizia... o almeno moralmente ( visto che la giustizia italiana è inesistente). L'avvocato della corta di giustizia europea ha condannato la legge Gasparri e riconosciuto i diritti di europa7.
Senza offesa per l'avvocato... ma mica ci voleva uno scienzato per questa cosa? Mi chiedo i nostri di avvocati e politici CHE COSA STANNO FACENDO? DORMONO?
Qualcuno si chiederà e cosa è Europa7 ? E' una rete televisiva... che non puo' trasmettere sulle frequenze nazionali perchè rete4 la rete, che 8 anni doveva lasciare quelle frequenze, occupa abusivamente quelle frequenze. In quel periodo c'era al governo Dalema, poi Amato... Berlusconi... tutti pronti a infischiarsene dei diritti di EUROPA7....
ecco un video che fa un sunto:
Europra7 reclama le frequenze che sono SUE... ma non gli vengono date! ASSURDO! Per quanto mi riguarda si puo' fare il Europa7-day
Qui Francesco Di Stefano spiega anche lui come è combinata europa7.
sabato 8 settembre 2007
Era il V Day
Era il V-Day
Ogni piazza italiana ha avuto un punto di raccolta firme... c'è gente che vuole cambiare questo paese in meglio... meglio= piu' legalità, piu' ambiente che è uguale piu' salute... un posto per molti non per pochi
Basta ai privilegi esagerati ai POLITICI!
come quello di rimanere in parlamento anche se condannati in via definitiva per mafia e/o corruzione...
Ricordo lo splendido video
Firmare questa petizione è stata la cosa giusta da fare... : Ricordo i bei volantini dei Grilli Dell'Etna, che hanno fatto un punto di raccolta firme in Piazza Università
Volantino V-DAY
Volantino Wanted
V-DAY, V-DAY, V-DAY
W i Grilli dell'Etna!!!
Ogni piazza italiana ha avuto un punto di raccolta firme... c'è gente che vuole cambiare questo paese in meglio... meglio= piu' legalità, piu' ambiente che è uguale piu' salute... un posto per molti non per pochi
Basta ai privilegi esagerati ai POLITICI!
come quello di rimanere in parlamento anche se condannati in via definitiva per mafia e/o corruzione...
Ricordo lo splendido video
Firmare questa petizione è stata la cosa giusta da fare... : Ricordo i bei volantini dei Grilli Dell'Etna, che hanno fatto un punto di raccolta firme in Piazza Università
Volantino V-DAY
Volantino Wanted
V-DAY, V-DAY, V-DAY
W i Grilli dell'Etna!!!
venerdì 7 settembre 2007
Val Di Noto Parte 1
Qui la premessa è lunga:
Una volta c'era un sito unesco.. La VAL DI NOTO, Sicilia. Patrimonio paesagistico invidiato dal mondo intero. Macchia mediterranea... monumenti barocchi...
Il presidente della regione Cuffaro, firma un documento dove concede alla panter oil e ad altre 2 società il permesso di fare ricerche per l'estrazione e poi estrazione di IDROCARBURI ( petrolio e gas ).
La società petrolifera non deve presentare affatto il documento di impatto ambientale... nonstante sia sito unesco...
la storia completa e ben articolata è qui:
L’On. Roberto Ammatuna ha presentato una mozione, che sarà discussa all’Assemblea Regionale Siciliana, sulle trivellazioni nel Val di Noto. Nell’atto si sottolinea la possibilità che all’interno della concessione alla Panther Resources, per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi, sia prevista anche la possibilità di effettuare trivellazioni in mare, con il rischio che si possano verificare inquinamenti in tutta la costa della Sicilia sud orientale. Viene stigmatizzato, inoltre, il comportamento del Presidente della Regione Sicilia che ha annunciato trionfalmente, lo scorso giugno, la rinuncia alle trivellazioni da parte della Panther Oil, mentre la decisione della società texana riguardava soltanto il 10% dell’intera area concessa ed in luoghi – l’abitato di Noto, Noto Antica e la zona sud-est di Vendicari – dove mai la stessa avrebbe potuto effettuare alcuna ricerca petrolifera. Di seguito il testo integrale della mozione: “PREMESSO che: nel 2002, il Val di Noto è stato incluso nella World Heritage List dell’Unesco con la motivazione che si tratta di una “testimonianza dell’esuberante genialità espressa nell’arte e nell’architettura del tardo barocco”; nel 2004, la Panther Resources ottiene dall'Assessore regionale all'Industria una concessione per la ricerca e l'estrazione di idrocarburi gassosi e liquidi su di un’area di 746 chilometri quadrati, ricadente nel Val di Noto, che prevede la perforazione nel corso di sei anni di 21 pozzi esplorativi e comprendente anche il diritto a costruire, esercire, mantenere un sistema parziale o completo di serbatoi e condotte; la Giunta Regionale con le deliberazioni n. 220 del 20 maggio 2005 e n. 323 del 13 luglio 2005 diede rispettivamente mandato al competente Assessorato all'Industria di sospendere il rilascio di permessi di prospezione e ricerca e di concessioni di coltivazione di idrocarburi in giacimento nelle aree dichiarate patrimonio dell'umanità da parte dell'Unesco e decise l'immediata sospensione di ogni attività di ricerca in atto negli stessi territori; le suddette deliberazioni, impugnate dalla Panther Resources, sono state sospese dal Tar Sicilia per incompetenza della Giunta Regionale a disporre direttamente la sospensione; l'Assemblea Regionale Siciliana nella seduta del 27-28 gennaio 2007 ha approvato un ordine del giorno, accettato come raccomandazione, che impegnava il Governo della Regione a sospendere con effetto immediato le ricerche petrolifere ed i pozzi attivati nelle aree di pertinenza dei siti Unesco del Val di Noto e ad istituire una commissione straordinaria sulle autorizzazioni alle ricerche petrolifere composta dall'Assessore regionale per i Beni Culturali e Ambientali e per la Pubblica Istruzione, dall'Assessore regionale per il Turismo, le Comunicazioni e i Trasporti, dall'Assessore regionale per l'Industria, dall'Assessore regionale per l'Agricoltura e le Foreste, dal Presidenti della Provincie e dai Sindaci dei Comuni interessati alle ricerche, al fine di revocare definitivamente o autorizzare le ricerche in relazione all'impatto che le stesse avranno sui siti patrimonio dell'Umanità e sul loro paesaggio culturale; il Ministro dell'Ambiente ha diffidato la Regione Sicilia ad uniformarsi alla normativa ambientale nazionale e comunitaria di cui è responsabile lo Stato in base alla “Direttiva Habitat”; nel giugno 2007, anche in seguito all’appello pubblico lanciato qualche giorno prima dallo scrittore Andrea Camilleri, la Panther Oil comunica al Corpo siciliano delle miniere l’intenzione di rinunciare a trivellare un’area di 86 chilometri quadrati, su una superficie complessiva concessa per le ricerche di idrocarburi liquidi e gassosi di 746 chilometri quadrati, ricedente all’interno dei territori dei Comuni di Noto (21 Kmq.), Ragusa (17 Kmq.), Modica (9 Kmq.), Scicli (1 Kmq.), Caltagirone (23 Kmq.) e Palazzolo Acreide (1 Kmq.); l’area oggetto di rinuncia alle trivellazioni da parte della Panther Oil riguarda l’abitato della città di Noto, l’area di Noto Antica, la zona sud-est della riserva di Vendicari ed altre zone all’interno delle quali non si sarebbe potuto mai effettuare alcuna ricerca petrolifera; le autorizzazioni sono prive di valutazioni di impatto ambientale e valutazione di incidenza nonostante il progetto rientri fra quelli previsti dalla lettera T dell'allegato A al decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996 per i quali, a norma dell'articolo 1, comma 3, del citato atto di indirizzo e coordinamento, sono obbligatorie in via preventiva; l’Assessorato regionale al Territorio e Ambiente ha richiesto, per l’avvio del progetto di perforazione, la procedura di Valutazione di impatto Ambientale dopo che era già trascorso il periodo di silenzio-assenso previsto dalla normativa vigente; il Tar Catania accoglie il ricorso della Panther Oil, in merito alla richiesta di Via, consentendo di fatto la realizzazione del pozzo di esplorazione “Eureka est”, da aprire tra Noto e Rosolini, in contrada Zisola-Portelli, perché l'Assessorato regionale al Territorio e Ambiente ha comunicato in ritardo la necessità di una valutazione di impatto ambientale, facendo così scattare il silenzio-assenso; all’interno della concessione ottenuta dalla Panther Resources è prevista la possibilità di effettuare anche la ricerca e l'estrazione di idrocarburi gassosi e liquidi nel mare antistante le coste della Sicilia sud orientale; RITENUTO che: l'Unesco ha espressamente richiesto, come condizione imprescindibile per il riconoscimento di patrimonio universale del Val di Noto, l'esistenza e l'attuazione di un piano di gestione che coinvolga l'intero territorio e che vincoli lo sviluppo del territorio stesso verso un uso compatibile e sostenibile di ogni attività economica dei luoghi; Legambiente ha attribuito, per il 2007, al Comune di Noto il riconoscimento delle “5 Vele” della Guida Blu; La Fee Intermational ha attribuito quest’anno, per la sesta volta consecutiva, la “Bandiera Blu” al Comune di Pozzallo; la dissennata ricerca petrolifera minaccia di sconvolgere il territorio della Sicilia Sud orientale, il suo equilibrio naturale, la sua vocazione turistica e culturale, i suoi capolavori del barocco ed il suo mare incontaminato, IMPEGNA IL GOVERNO DELLA REGIONE a presentare, con procedura d’urgenza, un provvedimento legislativo di revoca delle concessioni, rilasciate per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi nel Val di Noto, per tutelare l’integrità del sito Unesco e delle risorse naturali del comprensorio della Sicilia sud orientale”.
]
presa da radiortm.it
Non è importante sapere cosa vogliono i cittadini del luogo... a loro non interessa creare sviluppo sostenibile... e non venitemi a dire che a Melilli si sta bene! Li hanno il tasso di mortalità infantile, dovuto all'inquinamento provocato dalle raffinerie, che è altissimo.
www.notriv.it
dopo infinite manifestazioni: persino il sindaco è andato a manifestare contro lo scempio...
la panter Oil & compagnia bella, dal tar di Palermo ha avuto le autorizzazioni per bucare... naturalmente i soliti cavilli legali... il silenzio assenzo.... MA ANDATE A.........*!*"*"££**

Solo la regione sicilia puo' salvarci ora... solo loro... i politici...
Davide con Golia?
Una volta c'era un sito unesco.. La VAL DI NOTO, Sicilia. Patrimonio paesagistico invidiato dal mondo intero. Macchia mediterranea... monumenti barocchi...
Il presidente della regione Cuffaro, firma un documento dove concede alla panter oil e ad altre 2 società il permesso di fare ricerche per l'estrazione e poi estrazione di IDROCARBURI ( petrolio e gas ).
La società petrolifera non deve presentare affatto il documento di impatto ambientale... nonstante sia sito unesco...
la storia completa e ben articolata è qui:
L’On. Roberto Ammatuna ha presentato una mozione, che sarà discussa all’Assemblea Regionale Siciliana, sulle trivellazioni nel Val di Noto. Nell’atto si sottolinea la possibilità che all’interno della concessione alla Panther Resources, per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi, sia prevista anche la possibilità di effettuare trivellazioni in mare, con il rischio che si possano verificare inquinamenti in tutta la costa della Sicilia sud orientale. Viene stigmatizzato, inoltre, il comportamento del Presidente della Regione Sicilia che ha annunciato trionfalmente, lo scorso giugno, la rinuncia alle trivellazioni da parte della Panther Oil, mentre la decisione della società texana riguardava soltanto il 10% dell’intera area concessa ed in luoghi – l’abitato di Noto, Noto Antica e la zona sud-est di Vendicari – dove mai la stessa avrebbe potuto effettuare alcuna ricerca petrolifera. Di seguito il testo integrale della mozione: “PREMESSO che: nel 2002, il Val di Noto è stato incluso nella World Heritage List dell’Unesco con la motivazione che si tratta di una “testimonianza dell’esuberante genialità espressa nell’arte e nell’architettura del tardo barocco”; nel 2004, la Panther Resources ottiene dall'Assessore regionale all'Industria una concessione per la ricerca e l'estrazione di idrocarburi gassosi e liquidi su di un’area di 746 chilometri quadrati, ricadente nel Val di Noto, che prevede la perforazione nel corso di sei anni di 21 pozzi esplorativi e comprendente anche il diritto a costruire, esercire, mantenere un sistema parziale o completo di serbatoi e condotte; la Giunta Regionale con le deliberazioni n. 220 del 20 maggio 2005 e n. 323 del 13 luglio 2005 diede rispettivamente mandato al competente Assessorato all'Industria di sospendere il rilascio di permessi di prospezione e ricerca e di concessioni di coltivazione di idrocarburi in giacimento nelle aree dichiarate patrimonio dell'umanità da parte dell'Unesco e decise l'immediata sospensione di ogni attività di ricerca in atto negli stessi territori; le suddette deliberazioni, impugnate dalla Panther Resources, sono state sospese dal Tar Sicilia per incompetenza della Giunta Regionale a disporre direttamente la sospensione; l'Assemblea Regionale Siciliana nella seduta del 27-28 gennaio 2007 ha approvato un ordine del giorno, accettato come raccomandazione, che impegnava il Governo della Regione a sospendere con effetto immediato le ricerche petrolifere ed i pozzi attivati nelle aree di pertinenza dei siti Unesco del Val di Noto e ad istituire una commissione straordinaria sulle autorizzazioni alle ricerche petrolifere composta dall'Assessore regionale per i Beni Culturali e Ambientali e per la Pubblica Istruzione, dall'Assessore regionale per il Turismo, le Comunicazioni e i Trasporti, dall'Assessore regionale per l'Industria, dall'Assessore regionale per l'Agricoltura e le Foreste, dal Presidenti della Provincie e dai Sindaci dei Comuni interessati alle ricerche, al fine di revocare definitivamente o autorizzare le ricerche in relazione all'impatto che le stesse avranno sui siti patrimonio dell'Umanità e sul loro paesaggio culturale; il Ministro dell'Ambiente ha diffidato la Regione Sicilia ad uniformarsi alla normativa ambientale nazionale e comunitaria di cui è responsabile lo Stato in base alla “Direttiva Habitat”; nel giugno 2007, anche in seguito all’appello pubblico lanciato qualche giorno prima dallo scrittore Andrea Camilleri, la Panther Oil comunica al Corpo siciliano delle miniere l’intenzione di rinunciare a trivellare un’area di 86 chilometri quadrati, su una superficie complessiva concessa per le ricerche di idrocarburi liquidi e gassosi di 746 chilometri quadrati, ricedente all’interno dei territori dei Comuni di Noto (21 Kmq.), Ragusa (17 Kmq.), Modica (9 Kmq.), Scicli (1 Kmq.), Caltagirone (23 Kmq.) e Palazzolo Acreide (1 Kmq.); l’area oggetto di rinuncia alle trivellazioni da parte della Panther Oil riguarda l’abitato della città di Noto, l’area di Noto Antica, la zona sud-est della riserva di Vendicari ed altre zone all’interno delle quali non si sarebbe potuto mai effettuare alcuna ricerca petrolifera; le autorizzazioni sono prive di valutazioni di impatto ambientale e valutazione di incidenza nonostante il progetto rientri fra quelli previsti dalla lettera T dell'allegato A al decreto del Presidente della Repubblica 12 aprile 1996 per i quali, a norma dell'articolo 1, comma 3, del citato atto di indirizzo e coordinamento, sono obbligatorie in via preventiva; l’Assessorato regionale al Territorio e Ambiente ha richiesto, per l’avvio del progetto di perforazione, la procedura di Valutazione di impatto Ambientale dopo che era già trascorso il periodo di silenzio-assenso previsto dalla normativa vigente; il Tar Catania accoglie il ricorso della Panther Oil, in merito alla richiesta di Via, consentendo di fatto la realizzazione del pozzo di esplorazione “Eureka est”, da aprire tra Noto e Rosolini, in contrada Zisola-Portelli, perché l'Assessorato regionale al Territorio e Ambiente ha comunicato in ritardo la necessità di una valutazione di impatto ambientale, facendo così scattare il silenzio-assenso; all’interno della concessione ottenuta dalla Panther Resources è prevista la possibilità di effettuare anche la ricerca e l'estrazione di idrocarburi gassosi e liquidi nel mare antistante le coste della Sicilia sud orientale; RITENUTO che: l'Unesco ha espressamente richiesto, come condizione imprescindibile per il riconoscimento di patrimonio universale del Val di Noto, l'esistenza e l'attuazione di un piano di gestione che coinvolga l'intero territorio e che vincoli lo sviluppo del territorio stesso verso un uso compatibile e sostenibile di ogni attività economica dei luoghi; Legambiente ha attribuito, per il 2007, al Comune di Noto il riconoscimento delle “5 Vele” della Guida Blu; La Fee Intermational ha attribuito quest’anno, per la sesta volta consecutiva, la “Bandiera Blu” al Comune di Pozzallo; la dissennata ricerca petrolifera minaccia di sconvolgere il territorio della Sicilia Sud orientale, il suo equilibrio naturale, la sua vocazione turistica e culturale, i suoi capolavori del barocco ed il suo mare incontaminato, IMPEGNA IL GOVERNO DELLA REGIONE a presentare, con procedura d’urgenza, un provvedimento legislativo di revoca delle concessioni, rilasciate per la ricerca e l’estrazione di idrocarburi liquidi e gassosi nel Val di Noto, per tutelare l’integrità del sito Unesco e delle risorse naturali del comprensorio della Sicilia sud orientale”.
]
presa da radiortm.it
Non è importante sapere cosa vogliono i cittadini del luogo... a loro non interessa creare sviluppo sostenibile... e non venitemi a dire che a Melilli si sta bene! Li hanno il tasso di mortalità infantile, dovuto all'inquinamento provocato dalle raffinerie, che è altissimo.
www.notriv.it
dopo infinite manifestazioni: persino il sindaco è andato a manifestare contro lo scempio...
la panter Oil & compagnia bella, dal tar di Palermo ha avuto le autorizzazioni per bucare... naturalmente i soliti cavilli legali... il silenzio assenzo.... MA ANDATE A.........*!*"*"££**
Solo la regione sicilia puo' salvarci ora... solo loro... i politici...
Davide con Golia?
martedì 4 settembre 2007
Aternative al petrolio: si grazie!
Ah... il petrolio finisce... inquina... e non è buono neanche per riscaldare le nostre case... si sa che l'olio produce piu' calore e inquina di meno! ( persino del carbone!)
e qui quelli veramente furbi pensano... mi sa che è ora di PASSARE AL SOLARE! E gia'!
Guardatevi questo articolo:
Rapporto GreenPeace
La cannabis è un ottimo materiale per costruire le automobili, per fare la carta, lo dice beppe.. E non facciamoci le canne... che fanno male!
e qui quelli veramente furbi pensano... mi sa che è ora di PASSARE AL SOLARE! E gia'!
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La cannabis è un ottimo materiale per costruire le automobili, per fare la carta, lo dice beppe.. E non facciamoci le canne... che fanno male!
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